A PyeongChang tutto è possibile, anche finire in un Manga

Nella Caricature Zone, due ragazzi realizzano ritratti con la tecnologia moderna
A PyeongChang tutto è possibile, anche finire in un Manga

Alzi la mano chi un giorno non ha sognato di vivere un Manga, figuriamoci finisci dentro. Ma come ben dicono gli slogan a cinque cerchi, tutto è possibile. Specie qui a PyeongChang, dove tra una corsa e l’altra da una gara all’atra, cercando di evitare i robot che scorrazzano lungo i corridoi del grande centro stampa, ti imbatti nella Caricature Zone, un box con tre pareti tappezzate di ritratti realizzati da due ragazzi con la tecnologia moderna: una tavoletta e una penna elettronica al posto di foglio e matita, una tastiera al posto della tavolozza dei colori.

Si chiamano Chang-jyn Jung (lui) e So-yeon Im (lei), e sono due cartonisti professionisti del Korea Manttwa Museum, la scuola locale di cartoonist e offrono il loro servizio alla famiglia olimpica (giornalisti, fotografi, membri del Cio, atleti compresi, con un altro desk al Villaggio). Gratuitamente, al massimo puoi fare una donazione (che andrà in beneficienza) mettendo qualche won in una scatola trasparente.

Attaccano alle 13, chiusino alle 20, con un’ora di pausa. Per il resto è un continuo, con una lunga fila di persone pronte a sedersi davanti a loro come modelli per una caricatura. Sempre sorridenti, al massimo si sgranchiscono la mano destra, che lavora con la penna elettronica per disegnare, colorare, sfumare. La sinistra invece è su una tastiera, da dove scelgono gli strumenti (matita, pennello, gomma…) in un programma computerizzato. Il risultato però è così reale e godibile da restare con la bocca aperta. Poi ti fanno scegliere il corpo (fotografo, giornalista, sciatore…) sul quale mettere la testa appena realizzata a e via. Stampa, firma con dedica personalizzata e se vuoi (e hai con te una chiavetta usb) ti mettono il tutto su un file. Sempre sorridendo. Annyeong, ciao. Avanti il prossimo.

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