Rio 2016, Tiro a Volo: Pellielo è d'argento

Il tiratore azzurro 46enne ha vinto la sua quarta medaglia olimpica, la terza d'argento dopo Pechino e Atene e il bronzo di Sidney.
Tiro a volo, gioia Pellielo: arriva l'argento

RIO DE JANEIRO (BRASILE) - Giovanni Pellielo ha vinto la medaglia d'argento nel Tiro a Volo. Il 46enne tiratore azzurro ha portato a casa la sua quarta medaglia olimpica, la terza d'argento dopo le due a Pechino e Atene e quella di bronzo vinta a Sidney. Pellielo si è piazzato davanti al britannico Edward Ling che ha vinto la medaglia di bronzo dopo lo spareggio con Kostelecki della Repubblica Ceca. L'azzurro non è riuscito a battere Josip Glasnovic nell'ultimo duello; il croato ha commesso due soli errori in tutta la fase finale. 

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JOHNNY IL VERCELLESE - Questa finale olimpica della fossa è la quarta volta consecutiva per l'Italia: nel 2004 e 2008 con Pellielo, nel 2012 con Fabbrizi, oggi sesto e quattro anni fa anche lui battuto allo spareggio da un croato (Giovanni Cernogoraz), e ora, nel 2016, ancora con Johnny il vercellese, sacerdote mancato e re dei piattelli. Curioso il fatto che anche l'attuale tecnico della squadra, Albano Pera, sia stato argento olimpico, ad Atlanta nei Giochi del centenario. Insomma, negli ultimi venti anni l'Italia del tiro a volo ha mancato il secondo gradino del podio della fossa soltanto a Sydney 2000, quando peraltro Pellielo fu bronzo. Con la medaglia di oggi, Pellielo diventa il terzo "medagliato" olimpico più anziano di sempre, dopo i fratelli D'Inzeo, superando l'ex compagno di nazionale Andrea Benelli, che ad Atene vinse l'oro nello skeet a 46 anni, ma aveva all'epoca cinque mesi meno di lui. Ma chi pensa che Giovanni voglia fermarsi qui si sbaglia: «Tokyo 2020? E perché no? - dice dopo la gara -. Si dice che lo sport allunghi la vita, quindi perché non pensarci? Altrimenti di cosa scrivereste? Certo, me lo dovrò meritare, e intanto mi godo la mia quarta medaglia. Io più che dire che ho perso un oro penso che mi sono preso un argento».

Certo se non ci fossero state le regole introdotte da inizio 2013 il finale sarebbe stato diverso: «Se fate i conti - dice Pellielo - vedrete che ho rotto più piattelli di tutti, eppure non ho vinto. Non me la prendo più di tanto solo perché nel mio sport nel 1988 a oggi ne ho viste di tutti i colori, e sempre per 'invenzioni' dell'uomo. Certo questo regolamento (che dal prossimo anno ricambierà ndr) non premia i più bravi, quelli che hanno fondo, ma lascia un po' le cose in mano alla fortuna. Io però anche con le nuove regole negli ultimi tre anni ero sempre andato sul podio ai Mondiali: solo nel 2016 finora avevo avuto un'annata negativa e cominciavo a chiedermi se fossi diventato vecchio. Oggi so che non è così». Per questo anche se non è stato d'oro Pellielo, avvolto in una bandiera tricolore, è felice e ripete di tenere il mirino puntato «sul vero significato dell'esistenza». Gli dispiace di non poter andare domani in visita alla favela di Rocinha «perchè rientro subito in Italia», ma promette di tornare «con un'interiorità diversa a quella dello spirito sportivo. I problemi veri sono quelli - aggiunge - non certo quelli che dovrei farmi io per non aver vinto l'oro».

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