ROMA - Arianna Fontana non vuole fare l'americana. La fuoriclasse della velocità sul ghiaccio (un argento e 4 bronzi olimpici nello short track da Torino 2006 a Sochi 2014) non abdica al tricolore. Le voci che la davano tentata di varcare l'Oceano per prendere la cittadinanza americana - terra natia del marito Anthony Lobello, ex compagno di squadra e oggi suo tecnico personale - si sono rivelate fatue. La federazione sport invernali a stelle e strisce è ricca e potente e il sogno dell'oro olimpico è per la Fontana una "sana" ossessione ma gli Stati Uniti resteranno per lei terra di allenamenti e affetti. Alla vigilia della stagione, la valtellinese sgombra il campo dai dubbi: «Alle Olimpiadi 2018 a Pyeongchang voglio vincere con l'Italia e sogno di esserne la porta bandiera». Più patriottica di così?
Arianna, quanto c'era allora di vero nei rumors che la davano tentata di diventare "americana"?
«Dopo Sochi non sapevo se continuare. Mi sentivo soddisfatta ma c'era quella medaglia d'oro che mancava. Sono ripartita ma dopo qualche mese me ne sono pentita. Ero stanca di testa. Non riuscivo più a lasciare andare tutto ciò che mi accadeva intorno. Serviva una pausa. La soluzione migliore è stata andare negli States e stare con la famiglia di Anthony. Ne avevo bisogno, dopo 10 anni in nazionale. Tutto qui».
Il 2017 è un anno preolimpico. Quali gli obiettivi?
«Ho fatto la preparazione preseason negli Usa con Anthony. Allenarmi in spiaggia e in città cambia la routine. Da giugno sono tornata in pista con la nazionale a Courmayeur. Farò la Coppa del Mondo ma ci tengo agli Europei di Torino dal 13 al 15 gennaio. Giocando in casa voglio fare bene».
Baratterebbe i 5 podi olimpici con un oro a Pyeongchang?
«No, perché tutte le medaglie hanno un valore unico. Ma vivo nel presente e ho un solo obiettivo: l'oro in Corea».
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