Gianlorenzo Blengini «Un argento che vale in chiave Mondiale 2018»

Il tecnico azzurro analizza il torneo giapponese che ha portato ad una squadra delusa dal 5° posto Europeo un feedback positivo, utile punto di partenza per il 2018 iridato
Gianlorenzo Blengini «Un argento che vale in chiave Mondiale 2018»© FIVB

OSAKA Poche ore dopo la conquista della medaglia d’argento alla Grand Champions Cup, il ct azzurro Gianlorenzo Blengini, ha rilasciato una intervista in cui ha spaziato su tanti argomenti: l’attività, azzurra, il significativo successo sugli Stati Uniti, le emozioni che suscita il giocare in Giappone, il prossimo Mondiale

VERSO IL MONDIALE - Conclusa la Grand Campions Cup la stagione azzurra va in letargo, tornerà in campo a primavera per preparare il Mondiale, che giocherà in casa? «Credo che per quel che riguarda le nazionali le stagioni siano una legata all’altra. In maglia azzurra ci  devono stare quei giocatori che si dimostrano di qualità durante le manifestazioni internazionali e il lavoro in azzurro, ma anche che durante il campionato riescono a proseguire un percorso tecnico, di qualità, di crescita generale. Io credo che tutte le stagioni siano collegate una con l’altra».

L'ARGENTO - Quanto è stato importante questo torneo chiuso con la medaglia d’argento? «Sicuramente molto, soprattutto per l’esperienza che la squadra ha fatto e che sarà preziosa oer il futuro».

COME UNA FINALE - Per arrivare alla medaglia l’Italia ha dovuto battere gli Stati Uniti, con cui aveva battagliato anche nella semifinale olimpica di Rio. Qui Anderson e compagni erano al gran completo e sulla carta anche in forma, visto che tra poco sono attesi dalle qualificazioni mondiali. Questo match ha dimostrato che loro hanno ancora diverse lacune e che l’Italia può crescere ancora tanto? «Chi è dentro questo sport e ragiona in maniera oggettiva e razionale, non strumentale, sa che le partite vanno giocate. Noi mettiamo sempre sull’avviso la squadra quando un avversario ha qualcosina in meno, perché ci sono sempre insidie, lo sport è cosi, soprattutto la pallavolo è fatta così. Se quella di Rio era una semifinale, quella di Osaka era una finale a tutti gli effetti. Se avessimo perso sarebbe stato impossibile andare sul podio. Quanto meno l’abbiamo affrontata come una finale. E credo che si sia visto. Attraverso queste esperienze, attraverso i feedback di queste partite, si cresce e si impara a vivere certi momenti, a superare le difficoltà a resistere alle pressioni.  in particolar modo per chi è debuttante a certi livelli internazionali».

TOKYO 2020 - La prossima grande manifestazione che ospiterà il Giappone ci sarà tra poco meno di tre anni. Si ricorda quale è? «Si mi ricordo dei Giochi Olimpici, ma come dico sempre durante un torneo dobbiamo pensare ad una partita alla volta, Adesso il nostro focus è sul Mondiale 2018 che ospiteremo e sul quale ci concentreremo per preparalo al meglio e cercare di fare una grande performance».
 

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