Volley: Mondiali 2018, Usa sul terzo gradino del podio

La formazione di Speraw vince contro la Serbia e conquista un meritatissimo bronzo lasciando la competizione dopo una finale sfumata al tie break ed un torneo nel quale ha spesso dimostrato di essere la squadra più forte
Volley: Mondiali 2018, Usa sul terzo gradino del podio

TORINO-Entrambe deluse per non essere arrivate fino in fondo per giocarsi l’oro ma a anche consapevoli di aver disputato un Mondiale di altissimo livello. Stati Uniti e Serbia sono scese in campo per onorare fino in fondo la loro partecipazione alla rassegna iridata, pronte a giocarsi con il massimo impegno la finale per il terzo gradino del podio. La partita ha divertito il pubblico già che ha gremito già alle 17.00 il Pala Alpitour per l’ultima giornata, la più importante, ospitata a Torino. Gli Stati Uniti si dimostrano più squadra, individualmente più forte e più determinata nei momenti caldi del match. Il 3-1 (23-25; 25-17; 32-30; 25-19)

Il terzo posto premia la squadra che probabilmente, per quanto ha fatto vedere, avrebbe meritato la finale più importante. Vedere Sander e compagni festeggiare per il bronzo fa comunque capire quanto sia motivato il gruppo Usa che certamente sarà protagonista delle prossime competizioni mondiali.

LA CRONACA DEL MATCH-

Sestetti tipo sia per Speraw che per Grbic a testimonianza che nessuna delle due formazioni vuole smobilitare prima che sia caduta a terra l’ultima palla. La Serbia nel primo parziale ha qualcosa in più. Gli Stati Uniti pagano probabilmente le fatiche del match con la Polonia e stentano a carburare. Atanasjievic fa sentire la sua mano pesante ed intorno a lui ruota un sestetto ben registrato nei reparti con Petric e Podrascanin ben ispirati, soprattutto a muro. Dall’altra parte della rete Holt, che contro la Polonia non aveva dato il meglio di se, punto nell’orgoglio, ha reagito da campione qual è suonando la carica ai suoi verso la rimonta che si è completata sul 19-19. Lo sprint finale però è ancora serbo. La mano pesante di Atanasjievic è ancora una volta decisiva.

Stati Uniti più sul pezzo nella seconda partita, avanti sin dalle fasi iniziali, grazie ad Anderson, particolarmente ispirato ed efficace nelle conclusioni da posto 2. Spazio anche per Langlois, poco utilizzato nel corso del Mondiale, che ha dato respiro a Capitan Sander. La squadra di Speraw produce il massimo sforzo, capitalizzando anche un evidente calo dei serbi. Un errore al servizio di Petric ha chiuso il parziale.

Il muro statunitense fa la differenza anche all’inizio del terzo ma la Serbia supera il momento difficile e riparte. Le due squadre si concedono allo spettacolo regalando al pubblico lunghi scambi che strappano applausi, è il set più lungo del Mondiale, vinto 32-20 dagli Stati Uniti dopo un vibrante il finale con arrivo in volata fra errori e prodezze. Anderson annulla un set ball con un perentorio lungo linea, il muro di Holt blocca la seconda chance nelle mani di Podrascanin e poi ancora Anderson. L’ace dell’opposto statunitense offre agli uomini di Speraw la possibilità di chiuderla, Luburic dice di no due volte con un mani e fuori ed un preciso lungo linea. L’altalena continua, la interrompe Anderson con un servizio bomba che mette in difficoltà la ricezione avversaria e con un imprendibile lungo linea in contrattacco.  

Ma la medaglia del metallo meno pregiato non è ancora al collo di Sander e compagni. Il quarto set è bello e tirato quanto i precedenti. Ma è Anderson, stasera baciato dalla grazia, a regalare certezze e il break decisivo ai suoi. 16-12 al time out tecnico scava il primo solco verso il finale. Da quel punto in poi è un monologo a stelle e strisce. Un servizio sbagliato di Luburic da il via alla festa degli Holt e soci, felici di salire sul podio.

I PROTAGONISTI-

Matthew Anderson (Stati Uniti)- « Non abbiamo rimpianti per quello che è successo ieri, nello sport non si possono avere. E’ stato un bel Mondiale, molto difficile, ma esaltante. Volevamo naturalmente giocare per l’oro ma non è stato possibile. In Italia la gente ci ama e ci sostiene, siamo contenti per questo perché vogliamo essere ambasciatori dello sport del nostro Paese e vogliamo onorare questo compito nel modo migliore possibile ».

John Speraw (Allenatore Stati Uniti)- « Al termine della manifestazione posso dire che la formula del torneo non ci ha agevolato. Non si dovrebbe mai chiedere ad un atleta di giocare per quattro giorni consecutivi, per me sono troppi anche tre. Non mi lamento mai per queste cose credo che la formula sia stata penalizzante. Per queste ragioni ho dovuto prendere delle decisioni difficili che alla fine hanno potenzialmente condizionato il nostro risultato sportivo».

Aleksandar Atanasijevic (Serbia)- « Devo dire che oggi non sono triste tanto come lo ero ieri, anche perché all’inizio pensavo che potevamo avere più possibilità di battere il Brasile che la Serbia. La delusione c’è ma ora vado avanti, tra pochissimi giorni mi aspetta la Supercoppa e sono contento di tornare a Perugia, dove troverò una squadra parzialmente nuova, con l’inserimento di giocatori come Lanza e Leòn. L’immagine che mi rimarrà di questo Mondiale sarà il pubblico, che è stato davvero eccezionale ». 

IL TABELLINO-

STATI UNITI-POLONIA 2-3 (22-25 25-20 25-23 20-25 11-15)

STATI UNITI: Sander 19, McDonnell 5, Anderson 19, Russell 18, Holt 8, Christenson 2. Shoji E. (L), Smith 12, Jendryk ne, Shoji K. ne, Patch ne, Langlois ne, Averill ne, Watten (L) ne. All. Speraw.

POLONIA: Drzyga 3, Kubiak 22, Nowakowski  8, Kurek 29, Szalpuk 4, Bieniek 1. Zatorski (L), Schulz, Kochanowski 5, Lomacz, Konarski 4, Wojtaszek (L), Sliwka 3, Kwolek . All. Heynen.

Arbitri: Simonovic (Srb) e Zenovich (Rus).

Spettatori:  11800 Incasso 347.552,5

Durata set:  30, 33, 34, 32, 17

 

 

 

 

 

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