La cervicale non fa sconti

Evitare posture inappropriate e sedentarietà
La cervicale non fa sconti

a cervicalgia è un disturbo frequente che colpisce – in modo capillare – diversi target di età e che interessa principalmente l’area localizzata del collo, con eventuali diramazioni ad altre parti del corpo (ad esempio gli arti superiori). Questo tipo di dolore è molto spesso debilitante e, oltre a influire sulla qualità della vita, può portare a problemi più gravi che possono inibire la corretta funzionalità delle spalle, del collo e, talvolta, anche delle braccia. Il dottor Marco Damilano, specialista in Ortopedia e Traumatologia della Divisione di Chirurgia Vertebrale di Clinica Ortopedica all’Istituto Galeazzi, spiega le caratteristiche di questa patologia e come tenerla sotto controllo nel tempo.

Cos’è la cervicalgia, come si manifesta e quali sono le cause?
«La cervicalgia, o dolore al collo, è una delle patologie muscolo- scheletriche più diffuse, il cui dolore si concentra maggiormente nella zona del collo e delle spalle e che ha una durata variabile di mesi e, persino, anni. Questo disturbo si può distinguere in due tipologie: cronica e acuta. Per cronica, si intende un dolore costante che si protrae nel tempo e che molto spesso è causato da diversi fattori quali l’artrosi della colonna cervicale, colpi di freddo, sedentarietà o posture inappropriate e mantenute ripetutamente durante la giornata; per acuta, invece, si intende quella cervicalgia dovuta, perlopiù, a colpi di frusta (causati molto spesso da tamponamenti automobilistici), spondilosi, ernie del disco nel tratto cervicale con compressione di una radice nervosa o a difetti del disco vertebrale, con conseguente passaggio dei carichi della colonna cervicale. I sintomi possono essere svariati: il  più classico, legato ai dolori al collo, è senz’altro il torcicollo, cioè una riduzione della possibilità di movimento del collo stesso. Se a questo dolore si associasse un disturbo irradiato a un arto, ad esempio il braccio, si parlerebbe di cervicobrachialgia; se, invece, si associassero sintomi craniali come cefalea, nausea o vertigini, parleremmo di sindrome cervico craniale».

Come affrontare nel modo migliore la cervicalgia?
«I rimedi possono essere, in prima istanza, trattamenti farmacologici attraverso l’assunzione di antinfiammatori non steroidei che riducano lo stimolo infiammatorio. Parallelamente, sarebbero utili trattamenti manuali da parte di fisioterapisti o di osteopati, che mirano alla disattivazione di quei gruppi muscolari che, a causa del dolore al collo, si irrigidiscono».

Si può parlare, in questo caso, di prevenzione?
«Diciamo che si possono osservare dei comportamenti che vanno a educare il paziente su quali potrebbero essere le attività da limitare come, ad esempio – in ambito lavorativo ma anche quotidiano – la posizione statica prolungata, assunta molto spesso davanti al proprio computer. In questo caso, occorrerebbe sospendere ogni 2-3 ore la posizione di sguardo fisso, procedendo con esercizi di mobilizzazione della colonna e del collo. Un ruolo di fondamentale importanza lo riveste l’attività fisica, che deve essere costante e continuativa: anche una semplice camminata di mezz’ora tre volte alla settimana può favorire la tonicità muscolare ed evitare, quindi, fastidiose reazioni dolorose».

Come bisogna comportarsi nel momento in cui i dolori non dovessero passare o attenuarsi?
«Nel caso in cui i pazienti dovessero presentare disturbi continuativi e non ancora risolti nel corso del tempo, è indispensabile, per loro, sottoporsi ad accertamenti strumentali per scongiurare eventuali necessità chirurgiche».;

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