Running: allenarsi per sentirsi liberi

Eeconomica, salutare ma non priva di connotati filosofici: sull'asfalto e nelle aree verdi crescono gli “adepti” di una disciplina universale
Running: allenarsi per sentirsi liberi© ANSA

e dovessimo puntare i nostri due centesimi sullo sport che in Italia, in questo decennio, ha avuto l’impennata maggiore, la scelta migliore sarebbe il running. Senza avere troppa coscienza sulla diffusione delle altre discipline, con la sola logica potremmo arrivare a vincere la nostra piccola scommessa. In fondo, però, chiuderlo nella categoria degli sport è quasi limitativo, visto che tra appassionati, fanatici (in senso buono), curiosi e neofiti, ormai si è trasformato in un approccio alla vita, quasi con i crismi di una filosofia contemporanea.

La base di partenza – assurdo ma non troppo – è economica: il running è trasversalmente per tutti, perché costa poco e l’attrezzatura necessaria per praticarlo è la stessa sia per chi ha appena iniziato sia per chi butta giù maratone come un bicchier d’acqua. Chi lo ha scelto per buttare giù dei chili, invece, ha accantonato per un momento la palestra e i suoi tapis roulant per i percorsi meno alienanti di parchi e piste ciclabili, riportando un po’ di sport sotto il cielo delle metropoli. Il cuore di questo sport risiede nella capacità di porre obiettivi graduali, step che si raggiungono solo con il sudore e chiarezza dei traguardi personali: un po’ una definizione di punti di riferimento a crescere.

Questo aspetto è fondamentale, perché il running è in grado di appagare in relazione al bisogno di essere appagati, in quanto noi stessi poniamo i limiti che vogliamo superare. Questa libertà di scelta, in preda a uno sviluppo parallelo etnologico, porta la maggior parte dei corridori a scegliere il completamento di una maratona come obiettivo finale: non proprio una scelta leggera se scritta e pensata come 42 chilometri di corsa, o anche come la distanza da Monza a Bergamo. La spinta a iniziare può essere personale o di gruppo, ma comunque prima o poi nel gruppo si finisce a correre. Perché la corsa ha una capacità unica di mettere insieme persone. Se non bastassero le community sul web a dimostrarlo, si potrebbe restare stupiti dal fenomeno delle running crew: passione per il fondo e voglia di socializzare, con una tendenza all’identificazione di gruppo che sa molto di States (e proprio a New York sono nate le prime). Per questo, tra chiunque e la corsa i gradi di separazione sono molto meno di sei.

Per il primo tentativo, quindi, c’è sempre un amico che corre e che può dare buoni consigli, che proprio perché un pizzico scontati possono sfuggire alla innata capacità umana di complicare qualsiasi cosa, anche uno sport che riusciva bene all’Homo erectus senza troppe riflessioni. Iniziare gradualmente è l’imperativo, alternando corsa a camminata in modo sistematico e su distanza fissa. Ciò significa anche non sottoporre il corpo a stress quotidiano, permettendogli di recuperare completamente.

Nessuna paura per i dolori iniziali, perché seguendo i primi due consigli, dovrebbero sparire in 24 ore. Qualche esercizio di potenziamento muscolare per le gambe può aiutare a sostenere meglio la fatica, visto che tutti gli sforzi ricadono su di loro. Stretching e allungamenti, prima e dopo la corsa, sono fondamentali in questo senso: prevengono infortuni e favoriscono un recupero più rapido. Vista l’accessibilità del running, non bisogna risparmiare sulle scarpe, perché la seconda causa di infortuni in questa disciplina è dovuta proprio all’utilizzo di scarpe inadatte. Scelte le migliori, optate anche per il fondo più adatto, perché l’asfalto puro dei marciapiedi è eccessivamente traumatizzante: parchi e giardini sono i vostri migliori amici.

Qualsiasi momento della giornata abbiate preferito per la vostra corsa, non mangiate prima di mettervi in moto. Correre e digerire richiedono un grande afflusso di sangue, e un’attività lo sottrarrebbe per l’altra. Accanto al mangiare, c’è il bere: bevete molto prima della corsa per essere ben idratati, poi reidratate una volta finita l’attività fisica. Gli altri due centesimi per la scommessa potrebbero finire sulla probabilità di ritrovarsi in un attimo addicted al running, così che questi consigli per i primi passi – letterali – debbano essere sostituiti da altri più vicini all’agonismo, magari di un preparatore. E dando un’occhiata ai numeri dei nuovi maratoneti in Italia, molto probabilmente ci ritroveremmo con quattro centesimi in tasca.

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