<span style="line-height: 20.7999992370605px;">Stilisti e psicologi del su misura. Sotto il segno del web</span>

Luca Rubinacci. La tradizione classica napoletana nell'epoca di Internet
Stilisti e psicologi del su misura. Sotto il segno del web

RADICI ANTICHE - Una storia che profuma di nobiltà e che ha radici antiche, quella di Sartoria Rubinacci. 

Gennaro Rubinacci nel 1932, grazie alla sua passione per il ben vestire, ha l’onore di iniziare ad ab- bigliare i nobili del napoletano. Apre così una bottega dove riunisce i migliori 

camiciai, producendo inoltre giacche e cappotti, dal nome London House. Ma è nel 1946 che ha il permesso di apporre lo stemma reale, diventando fornitore ufficiale della Real Casa delle Due Sicilie. 

L’INTRODUZIONE DELLA GIACCA NAPOLETANA - E così, negli anni '60, a Mariano Rubinacci, esponente di seconda generazione, si deve la determinante introduzione della giacca destrutturata, dietro necessità dei clienti di una giacca più morbida, non da lavoro. Ed ecco arrivare quella che tradizionalmente si definisce “giacca napoletana”. 

Il successo è sempre più incalzante, giunge quindi l’ora di cambiare nome: nasce ufficialmente Sartoria Rubinacci, che apre il suo negozio a Milano in via Montenapoleone 18. 

ALLA TERZA GENERAZIONE - Nel 2000, ormai giunti alla terza generazione, è ormai famosa in tutto il mondo, grazie anche all’avvento del web in cui Luca, figlio di Mariano, crede moltissimo. Sarà perchè ha 33 anni, l’età giusta per la febbre da social network, ma non solo: grandi sono stati i risultati in termini di successo grazie anche all’avvento delle nuove tecnologie. Giovane ma già da più di un decennio al fianco del padre nell’attività di famiglia, grande appassionato sportivo e campione di vela, globetrotter per lavoro. Il suo compito, quello di occuparsi della clientela intorno al mondo, grazie ad un passaparola alla velocità della luce. 

Come viene gestito oggi il vostro business? 

«Gli atelier si trovano a Napoli, Milano e Londra. Quest’ultimo è gestito da mia sorella Chiara. La nostra è a tutti gli effetti un’attività familiare, con mio padre in qualità di supervisor. Da gennaio 2015 abbiamo un nuovo negozio di 400 metri quadrati a Milano in via Gesù, dove si trova anche il Rubinacci Club: mentre si effettuano le prove dell’abito è possibile fumare un sigaro. Uno spazio speciale, estremamente curato, de- dicato ai veri gentleman moderni». 

Quali sono le linee guida delle vostre creazioni?


«Il nostro è un prodotto completamente su misura, che coniuga tradizione ed esigenze del cliente. La moda la fa lui: seguiamo ogni suo desiderio, che va dal capo moderno a quello più formale, alla giacca dal particolare di chiara impronta napoletana. Abbiamo anche proposte dedicate alla donna, come i blazer con interni realizzati con foulard, o i pantaloni palazzo. Amo definirci stilisti del su misura ma anche e soprattutto psicologi. E' questo il nostro valore aggiunto: essere sempre in grado di interpretare i desideri del cliente». 

La vostra produzione in cifre? E non solo abbigliamento...


«Produciamo 900 capi all’anno tra giacche, pantaloni, cappotti e anche camicie e cravatte. Da poco abbiamo introdotto le calzature, nate per gioco, uno sfizio mio inizialmente. E che ha funzionato molto bene tra i più giovani. Tra loafer, stringate, mocassini ed espadrillas arriviamo a 2000 paia. Ma c’è anche il knitwear: siamo in grado di realizzare cose molto particolari, come il pullover a coste inglese. Cerchiamo di offrire un prodotto diverso dagli altri sul mercato, con quella marcia in più e che vada incontro in toto alle esigenze del cliente che soddisfatto, torna per avere qualcosa di perfetto per lui e proprio come desidera». 

Un lavoro che quindi si arricchisce mano a mano, dove si continua ad imparare.


«E’ molto divertente ogni stagione ascoltare le richieste e capire come si evolvono i gusti e le preferenze. Interpretiamo e anticipiamo: ogni desiderio che ci suggeriscono diventa spunto per la prossima collezione fissa». 

Quanto è importante per voi il web?


«Abbiamo un blog e le pagine Facebook e Instagram. Quest’ultimo in particolare ha una potenza incredibile, è diventato un grande mezzo per veicolare il prodotto. Ci ha permesso di raggiungere quei clienti che prima non avrebbero mai pensato di rivolgersi ad un servizio su misura, come i più giovani. E la possibilità di acquisto è lo step fondamentale. Lo shop online è dedicato a chi non ha nelle vicinanze il negozio fisico, e a chi scopre per la prima volta la nostra realtà». 

Un servizio al cliente che trova il suo apice in Casa Rubinacci.


«Casa Rubinacci è il nostro B&B extra luxury: sette suite da 1000 metri quadrati a Napoli, dove ospitiamo gratuitamente i nostri clienti. Ha un grande successo tra gli stranieri, che possono avere il loro abito su misura e intanto venire a godersi l’incredibile bellezza del luogo. Lo realizziamo in una settimana, durante la quale i clienti possono visitare la città e anche, ad esempio, l’ Isola d'Ischia. Le prove dell’abito avvengono la mattina presto e durante il resto della giornata è una vera e propria full immersion nel nostro lifestyle, nella cornice di un luogo incantevole tra cibo italiano e uscite in barca a vela. Funziona soprattutto d’estate: vieni in vacanza e intanto rinnovi il guardaroba. E’ nato tutto dall’idea di un cliente, che ci ha chiesto: “Ma se vengo da voi in una settimana posso avere il mio abito?”. Così ci siamo adeguati di conseguenza. Il tam- tam è stato incredibile». 

A proposito di vela... 

«Sono un velista, sono stato campione italiano nella squadra olimpica di 420. Ho fatto regate dai 10 ai 22 anni, ed è da lì che ho sviluppato il mio senso di competitività e il gioco di squadra. Ringrazierò sempre mio padre per avermi spinto a fare vela, anche perchè a 22 anni avevo già girato il mondo». 

Non solo vela però. Sei appassionato anche di moto.


«Pratico il kite surf e lo snowboard. I miei weekend si dividono tra St. Moritz, Cervinia e Cortina d’Ampezzo per la montagna, e in Spagna e Francia per cavalcare le onde. Adoro le moto e le macchine, ho una Harley Davidson 883 e una vespa a Napoli. Per questa edizione 2015 di The Distinguished Gentleman's Ride Triumph mi ha fornito una moto azzurro Napoli con il numero 17, che per combinazione è il mio numero fortunato. Insieme alla mia compagna, ho trascorso una piacevole giornata tra amici. Ho fatto centro anche con un abbigliamento adeguato: nonostante gli altri non fossero convinti, l’abito in tweed pesante si è rivelato ideale vista la temperatura!». 

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