Tennis, Adriano Panatta si racconta a Tuttosport:«No alle donne coach. Arriverà un nuovo Panatta»

L’ultimo italiano maschio a vincere uno Slam commenta semifinali e finali su Eurosport: «Nadal non è più lui». E lancia il nipote futuro tennista, Adriano, come lui

TORINO - Tredici anni sono filati via veloci da quando Adriano Panatta commentò in veste di seconda voce (oggi si dice “talent”) la sua ultima partita di tennis. Si trattava della finale di Davis vinta a Parigi dalla Russia sulla Francia. La prima, di voce, era Giampiero Galeazzi. In campo c’erano Marat Safin e Kafelnikov, per dire. Oggi uno, Safin, si dedica soprattutto a uno degli argomenti che sempre lo hanno maggiormente affascinato che non è nè il tennis nè la politica; l’altro, Kafelnikov, gioca a poker. E Adriano invece è tornato dietro a un microfono per raccontare le ultime fasi dell’Australian Open su Eurosport. Il tempo, a volte, procede con andamento circolare. Le valutazioni di Adriano su Wawrinka, Djokovic, Berdych e Murray hanno il sapore di un confronto fra epoche tennistiche profondamente differenti fra loro.

Panatta, ma il rovescio lo tirava meglio lei o Federer?
«Due giocatori diversi. Quando mi capita di rivedere delle mie partite dico: mamma mia quanto tiravamo piano. Del resto con le racchette di legno con l’ovale così piccolo che potevamo fare? In tutto lo sport è così: quando c’era l’Olanda di Crujff tutti pensavamo: quanto corrono, quanto giocano veloce. Oggi quella stessa rapidità ce l’ha la Nocerina: a livello più alto si pratica un altro sport».

Roger però non c’è più, ha perso contro Seppi
«Non è più un adolescente. Io credo che tutta la sua stagione dipenderà molto da come starà di testa. Per dire: a casa tutto a posto? I bimbi crescono bene? Lo fanno dormire la notte? Ecco: in un uomo adulto sono anche questi gli aspetti che poi ti permettono di dare il meglio sul campo. Comunque lui ha un vantaggio incolmabile rispetto agli altri».

Quale?
«In campo non fatica. E se non fatica non si infortuna. Se Federer avesse faticato quanto Nadal negli ultimi 4 anni si sarebbe già ritirato da cinque. Certo pure Edberg lo ha aiutato anche se non ci voleva un genio per capire che Roger avrebbe dovuto migliorare il rovescio in back...Però io lo dico chiaro: lui è quello che gioca meglio a tennis fra tutti quelli che hanno scritto la storia del tennis. Non so se sia il più vincente o no, ma il migliore sì».

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