Us Open, Nadal è il re di New York: Anderson ko

Il tennista maiorchino numero uno al mondo torna a vincere dopo 4 anni a Flushing Meadows: è il suo 16° slam
Us Open, Nadal è il re di New York: Anderson ko© EPA

NEW YORK - Il re è ancora Rafa Nadal. A New York, il tennista maiorchino conquista dopo 4 anni gli Us Open per la terza volta e il suo 16° Slam. In un Arthur Ashe Stadium gremito in ogni ordine di posti, il 31enne campione spagnolo ha sconfitto in finale il sudafricano Kevin Anderson, 28ª forza del seeding, con il punteggio di 6-3 6-3 6-4, dopo due ore e 27 minuti di gioco. Per il mancino di Manacor, si tratta del 74° titolo messo in bacheca.

TRIONFO PER SLOANE STEPHENS

IN VETTA - Rafa Nadal inizia oggi la sua 145ª settimana in testa al ranking Atp che ormai domina incontrastato con 1960 punti di vantaggio su Federer. Dovrebbe rimanere il n° 1 fino alla fine dell'anno, di sicuro fino al Masters. Proprio lo svizzero adesso è nel mirino del tennista di Manacor per un altro motivo: l'obiettivo del 31enne è quello di conquistare altri 3 Slam per raggiungere a quota 19 Roger. In questo momento Rafa è 8° nella classifica dei più vincenti di sempre dopo Margaret Court (24), Serena Williams (23), Steffi Graf (22), Roger Federer (19), Chris Evert (18) e Martina Navratilova (18).

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GRAZIE ALLA VITA - «Sono state veramente due settimane speciali - le prime parole di Rafa Nadal raggiante dopo la vittoria agli Us Open - ma prima di tutto desidero congratularmi con Anderson: è un grande esempio per tanti bambini con il suo essere tornato più forte di prima dopo vari problemi fisici, per cui complimenti a lui e alla sua squadra, con il suo allenatore che ricordo di aver affrontato qualche anno fa a Wimbledon. Devo ammettere - ha proseguito Nadal - che è un anno emozionante per me, ho trovato subito un buon tennis e il risultato in Australia mi ha dato fiducia per il resto della stagione. E adesso vincere questo torneo mi regala tantissima energia. Ringrazio dunque la vita che mi ha dato questa opportunità, tutto il mio team e la mia famiglia, e devo dire che a New York mi sento come a casa».

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