Il segreto italiano di Djokovic, tornato numero 1

Si tratta di un laser indossabile che rimette in simmetria il corpo e far sparire ogni fastidio. Il tennista serbo lo ha mostrato fiero durante Wimbledon. Ma sono diversi gli sportivi che ne fanno uso. Una società di calcio di Serie A ha deciso di applicarlo nei plantari degli scarpini di tutti i suoi tesserati. "Non posso svelare il nome - spiega il Ceo di Tao Tecnologies, Fabio Fontana. Ma le prestazioni sono decisamente migliorate". Il dispositivo, nato nel nostro Paese, è unico al mondo
Il segreto italiano di Djokovic, tornato numero 1
TORINO - Nole Djokovic tornato numero 1 ha un segreto, un segreto tutto italiano. Si tratta di un laser indossabile che rimette in simmetria il corpo e far sparire ogni fastidio. Il tennista serbo lo ha mostrato fiero durante Wimbledon. Ma sono diversi gli sportivi che ne fanno uso. Una società di calcio di Serie A ha deciso di applicarlo nei plantari degli scarpini di tutti i suoi tesserati. «Non posso svelare il nome - spiega il ceo di Tao Tecnologies, Fabio Fontana -. Ma le prestazioni sono decisamente migliorate". Il dispositivo, nato nel nostro Paese, è unico al mondo». Una storia personale che fa nascere un dispositivo medico per eliminare il dolore posturale. Dispositivo oggi utilizzato da sportivi di ogni disciplina: «Sedici anni fa - racconta Fontana - feci un brutto incidente stradale. Un frontale che provocò diverse contusioni ma che lasciò sul mio corpo conseguenze importanti. Avevo mal di testa un giorno sì e l'altro pure, un problema cronico che rendeva difficoltosa la mia vita quotidiana e quasi impossibile l'attività lavorativa. Mi imbottivo di farmaci per cercare di barcamenarmi e di fare il minimo necessario per guadagnare l’indispensabile. Stavo davvero impazzendo e rovinando anche il mio stomaco, fino ad un incontro che ha rappresentato per me una svolta. In tutti i sensi».

 

L'incontro, suggerito da un amico, è con un noto medico romano: «Vado nel suo studio ormai sfinito - ricorda Fontana - . Dopo un'accurata anamnesi, decide di usare il laser sul mio padiglione auricolare. Una soluzione che rimette in simmetria il mio corpo e che mi fa subito sparire ogni tipo di disturbo. Ma il sollievo dura poco. Ogni volta che praticavo quelle punture, il dolore non lo avvertivo più ma poi ritornava inesorabile. Così, fra una seduta e l'altra, mi impegno per rendere stabile l'effetto. Scopro che, in quegli anni, gli Stati Uniti iniziano a lavorare sulle nanotecnologie e in particolare sui cosiddetti punti quantici, semiconduttori dal diametro che va dai due ai dieci nanometri. Mi invento così un dispositivo, unico al mondo, che è una sorta di laser indossabile 24 ore al giorno e applicabile sul dolore o sui quei punti indicati dagli specialisti. Il mio problema era così risolto ma non mi bastava. Volevo che quella scoperta divenisse di dominio pubblico e alla portata di tutti».

 

Detto, fatto. Il dispositivo viene subito commercializzato e diventa una panacea per quegli sportivi alle prese con piccoli o grandi problemi: «Sono rimasto stupefatto - spiega Fontana - quando al Roland Garros, Djokovic ha alzato la maglietta e si è visto il dispositivo, per non parlare della dichiarazione in conferenza stampa! Probabilmente l'ha usato per tenere “in bolla” il suo assetto posturale e ridurre il rischio di dolori muscolari. Il bello è che non se ne stacca più. Lo si è visto in ogni match anche a Wimbledon. Il nostro laser indossabile ha fatto il giro del mondo. E noi siamo contenti di aver fatto la nostra parte e di aver reso onore all'Italia, contribuendo alla sua vittoria che arricchisce ancor di più un palmares da fare invidia».

 

Ma Novak non è il solo atleta a farne uso: «Abbiamo dato ossigeno al ciclista Andrea Pasqualon, che lo ha applicato anche al recente Giro d'Italia, al campione di marcia, Michele Antonelli, e abbiamo permesso alla sciatrice Asja Zenere di non abbandonare le gare. Aveva avuto in brutto incidente che le aveva procurato la rottura del ginocchio. Faticava a riprendersi con la sola fisioterapia. Ma, una volta applicato il nostro dispositivo, è tornata a veleggiare fra i paletti dello slalom gigante come se nulla fosse accaduto e si è imposta in Coppa Europa, ritrovando così il sorriso. Anche nel calcio ovviamente se ne fa uso. Abbiamo iniziato, anni fa, con il Palermo, di Zamparini ma oggi sono diversi i professionisti che lo utilizzano. Come, ad esempio, Mirko Antonucci del Cittadella». Noi formiamo medici e fisioterapisti e loro li usano sui loro atleti.

 

Off record, Fontana svela anche un segreto. Per il momento, inconfessabile: «La mia invenzione - ricorda - non cura solo il dolore ma viene usato anche per prevenirlo. Una nota società di calcio di Serie A, una squadra molto importante, ha deciso di applicarlo nei plantari degli scarpini. Degli scarpini di tutti i suoi calciatori. Non posso svelare il nome ma sono sicuro che le prestazioni rese siano migliorate anche grazie al nostro intervento. Il nostro obiettivo però non è solo quello di rendere più efficace il lavoro di un atleta. La nostra ambizione è quella di consentire a tutti di poter vivere meglio la propria quotidianità. Un obiettivo, quello di stare vicino a chi soffre, che ci ha portato anche, negli ultimi anni, a sponsorizzare film che raccontano situazioni al limite. Ma questa è un'altra storia da sviluppare».

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