Arnaldi, testa alta: "Agli US Open ho capito che non sono lontano dai top"

Le parole del tennista ligure in conferenza stampa dopo la sconfitta con Alcaraz
Arnaldi, testa alta: "Agli US Open ho capito che non sono lontano dai top"© EPA

La sconfitta in tre set negli ottavi di finale contro Carlos Alcaraz, non cancella quanto di buono fatto da Matteo Arnaldi agli Us Open: "Non vedevo l'ora di giocare questa partita, sono entrato e ho cercato di essere me stesso fin dai primi game. Credo di esserci riuscito, stavo bene e alla fine l'avversario, lo stadio, la folla non hanno avuto un grande impatto a livello psicologico", ha dichiarato il tennisra azzurro in conferenza stampa.

Arnaldi, che ha vinto tre partite in un Major per la prima volta in carriera ed è approdato nei primi 50 giocatori della classifica mondiale, ha aggiunto: "Non ho giocato la mia migliore partita ma non era facile giocarla. Non mi vedo così lontano ma ancora un po' di differenza c'è e oggi si è visto nei momenti più importanti. Durante il set non credo si sia visto un gran divario ma nei momenti delicati, nell'ultimo game e quando l'ho brekkato si è vista la differenza. Io invece in quei momenti ho commesso qualche errore di troppo… questa è stata la chiave. Come accade a me quando affronto giocatori di classifica più bassa, oggi lui lo ha fatto con me".

Arnaldi, le parole dopo il ko con Alcaraz

Il ligure ha poi ammesso: "Il mio obiettivo contro Alcaraz? Vincere, non avevo altri obiettivi sinceramente, sapevo sarebbe stato un match complicato e che avrei dovuto giocare il mio miglior tennis. Mi spiace non essere riuscito ad esprimermi al 100 % ma io sono sceso in campo con il solo obiettivo di vincere e godermi la partita. Giocare su questo campo era uno degli obiettivi della stagione, non era facile e a inizio anno ero molto lontano dal realizzarlo… per questo motivo sono contento di quello che ho fatto".

Sull'impatto dell'Arthur Ashe, lo stadio più grande del mondo, Arnaldi ha dichiarato: ''Mi sono scaldato sul centrale stamattina, sicuramente mi ha aiutato perché avevo sempre giocato in condizioni completamente diverse. Mi ha fatto bene e mi ha permesso di entrare subito in partita. Certo, il campo è diverso ma io l'ho gestita come fosse una partita normale. La cosa più fastidiosa per me sono stati gli schermi dietro, io gioco con le lenti e ci ho dovuto fare un po' l'abitudine''. Infine, una dedica speciale: ''Al mio team e alle persone che mi sono sempre vicine. E alla mia ragazza in modo particolare; Mia ha viaggiato tanto con me in questa stagione e anche per lei non è stato facile''.

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