Sinner, sulla strada di Djokovic: la Davis e uno Slam, la sfida è lanciata

L'opinione esclusiva della leggenda del tennis italiano sul futuro del campione azzurro: "Il prossimo è l'anno di Jannik"

Me lo tengo così, il Sinner che ci ha incantato in queste giornate torinesi. Giovane e poco smaliziato, ancora a corto dell’esperienza che serve a contrastare uno come il Djoker, che ne ha sin troppa, ma veloce di braccia e di pensieri, potente nelle esecuzioni, giocatore vero nelle scelte, e leale in campo e con le parole. Ha fatto il possibile, ma Nole stavolta ha giocato in modo quasi perfetto. Anzi, mi viene voglia di togliere quel “quasi”, perché la sua recita è stata di altissimo livello dal primo all’ultimo colpo. Il miglior Djoker dell’anno, spuntato da chissà dove nel momento giusto, quando gli avversari più giovani, e Sinner prima di tutti, l’hanno avvicinato fino a minacciare i suoi possedimenti. In questi frangenti il campione si rivela, ed è stato incredibile vedere il numero uno crescere a dismisura da un match all’altro. Aveva finito il round robin balbettando contro Hurkacz, poi costretto a ringraziare Sinner, che battendo Rune gli aveva garantito l’approdo alla semifinale, e si è presentato in campo contro Alcaraz che era un altro. Un monumento all’agonismo, alla combattività, alla serietà che mette nelle cose in cui crede. In fondo, il solito Djokovic… Ma era da un po’ che non lo vedevamo, malgrado le vittorie siano state - anche in questo 2023 - numerosissime.

Sinner, la strada è giusta

Sinner ha tempo, ma è sulla stessa strada. Il primo set di Nole l’ha un po’ confuso, perché il serbo ha messo in campo tutta l’aggressività di cui è capace, ed è tanta, forse infinita. Preciso al servizio e in grado di reggere un ritmo alto nei colpi da fondo. Avrebbe dovuto rispondere con identica aggressività Sinner, ma è evidente che Nole l’ha un po’ colto di sorpresa. Ci sta. I ventidue anni si fanno sentire. Sinner è nato quando Djokovic già giocava tra gli juniores, non dimenticatelo. Ma il futuro è suo, l’ho detto, l’ho scritto e non mi tiro indietro. Lo ribadisco. Sono convinto che il prossimo anno Jannik vincerà uno Slam. Ho indicato lo US Open, perché più degli altri corrisponde alle sue doti tecniche, ma può riuscire ovunque, anche a Wimbledon. E un giorno sarà numero uno. Perché le armi tecniche le ha, e sono di primo livello. Perché non ha ancora finito di crescere, e imparerà ancora moltissimo. Perché si è già imposto su tutti i pari età che oggi, come lui, puntano a scalare la classifica del tennis. Alcaraz, Rune, Shelton… Sinner li ha battuti tutti, e talvolta ne è stato anche sconfitto. Ma la sfida è lanciata, e nessuno di loro potrebbe dire di essere più forte dell’italiano. Ora la Davis. L’incrocio, se tutto andrà per il verso giusto, prevede un nuovo confronto tra Sinner e Nole in semifinale. Bello! Il tennis torna a divertirci e a farci sentire tifosi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...