Italia, in Davis l'Australia è un tabù storico: qual è il punto di forza

I tre precedenti incroci in finale Davis con i “canguri” (nel 1960, 1961 e 1977), tutti disputati sull’erba hanno visto gli azzurri sconfitti
Italia, in Davis l'Australia è un tabù storico: qual è il punto di forza© Getty Images for ITF

Il quarto tentativo sarà quello buono per sfatare il tabù Australia quando in palio c’è l’Insalatiera d’Argento? Se lo augurano i tifosi dell’Italia, sconfitta nei tre precedenti incroci in finale Davis con i “canguri” (nel 1960, 1961 e 1977), tutti disputati sull’erba. Chi crede ai presagi, potrebbe pensare però che sia il turno dei verdeoro, di nuovo all’ultimo atto dodici mesi dopo aver ceduto al Canada. Dal suo debutto nella competizione nel 1905, il divario più lungo tra le vittorie australiane è infatti di 20 anni, in particolare tra il sesto e il settimo trionfo (1919 e 1939), ed è appunto datata 2003 l’ultima affermazione aussie, la 28ª complessiva su 48 finali. Protagonista di quel successo era Lleyton Hewitt, ora capitano di una squadra costruita a sua immagine, specie quanto a determinazione. «Sono molto fiero dei miei giocatori. In Davis non ci sono partite facili, non puoi dare niente per scontato - le parole dell’ex n.1 del mondo, 42 anni fa -. Ogni volta che questi ragazzi scendono in campo sanno per cosa stanno giocando e non è solo per se stessi. Lo spirito di squadra, il cameratismo e la cultura che abbiamo li portano ad alzare il livello».

Gli Aussie: pericolo doppio

Accanto ad Alex De Minaur (n.12 Atp, best ranking), l’uomo chiave come dicono i 10 successi negli ultimi 12 incontri con la maglia del suo Paese, ci sono Alexei Popyrin (n.40) che ha preso il posto dell’infortunato Thanasi Kokkinakis, Jordan Thompson (n.56) e due ottimi interpreti del doppio quali Matthew Ebden e Max Purcell (pure n.45 in singolare).«L’Italia? Sarà difficile, visto che Sinner è un giocatore di qualità assoluta, in singolo come in doppio. Entrambe le squadre hanno tante opzioni nei loro giocatori n.2 e per i doppi: ho piena fiducia nei miei ragazzi e credo di poterli schierare contro chiunque».

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