« Ho festeggiato sì, dopo la Coppa Davis. Però la vera festa è stata andare due giorni a sciare, tornare sulle mie montagne per ritrovare me stesso nella neve. E quei due giorni mi hanno dato tanto». La maglia bianca sotto il vestito blu, le scarpe rigorosamente da ginnastica, Nike ovviamente. Il taglio di capelli aggiornato per la nuova stagione, più corto in vista del prossimo caldo da affrontare. Il rosso ciuffo ribelle rimane. E rimane Jannik Sinner, sempre uguale a se stesso. Per indole, carattere e volontà. Jannik è al centro di tutto, eppure non lo vedi gonfiare come una rana. È piuttosto una volpe, preferisce correre libero per la natura, nel suo caso il campo, piuttosto che avere puntati riflettori, che sa affrontare e gli fanno piacere. Ma ciò che ama è altro e magari altrove da una sala delle feste. La neve, le montagne, la famiglia: «Regali non me ne sono fatti, non è che il successo mi cambi. Il 95% della mia vita lo passo a Montecarlo, quella ormai è la mia casa, e il 5% in montagna. Per me è importante, fondamentale tornare a casa, vedere i miei nonni e i luoghi, ricordare da dove vengo. In questi giorni ho trovato la tranquillità».
E dove vuole arrivare è noto a tutti, ma senza porsi, almeno apertamente, un torneo Slam come obiettivo preciso. «Ho avuto un grande finale di stagione, riparto da numero 4, direi che bisogna consolidare. Ma in fondo si parte da zero. Vediamo come va in Australia, ho fiducia, ma continueremo a lavorare». Già, perché la stagione comincia proprio oggi con il volo per la Spagna. «Si parte, ed è il vero inizio 2024 ad Alicante, la preparazione per Melbourne, giorni importanti, sto bene, ho fiducia». Nessun messaggio particolare ricevuto, tra le migliaia. Ma un effetto sorprendente sì: «Non ci eravamo resi conto di quanto fosse importante aver vinto la Coppa Davis, l’effetto che ha avuto sugli altri. E poi l’affetto ricevuto, l’energia, sono cose molto belle».
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