Ha superato di slancio anche le polemiche per la rinuncia alla Davis.
«Il tennis è uno sport diverso. Jannik dopo New York aveva bisogno di fermarsi, aveva un po’ di problemi fisici. E se lo vediamo adesso in grande condizione è perché si è fermato. Se avesse fatto come nel 2022, quando giocò in Davis con un dolore al piede, forse non sarebbe qui».
Da organizzatore, a Parigi Bercy hanno creato un bel caso con Sinner di notte.
«Il problema è l’impianto. Hanno un bellissimo centrale, però problemi sul due dove i giocatori non si trovano. Hanno rischiato, mettendo più partite. Cambieranno posto nel 2025. Anche per gli organizzatori è stato un problema perdere una partita».
Torino riuscirà a trattenere le Nitto Atp Finals?
«Torino sta migliorando di anno in anno. Ha il 97% di palasport già occupato, l’entusiasmo della gente, la città ricca di storia, Regione e Comune che aiutano questo torneo. La risposta è ogni anno più incredibile».
In Italia altri giovani crescono dietro Sinner e Musetti.
«Credo che il merito sia tanto della federazione. In tutti questi anni è riuscita a spingere, a dare supporto. E non ci sono solo Arnaldi in questa stagione migliorato moltissimo, o Cobolli, alle Net Gen Finals. È un momento incredibile e sono convinto sia solo l’inizio. Confido nella ripresa di Musetti, è giovanissimo».
Lei è una voce di Sky Sport. Quali difficoltà nel commentare. E cosa più le manca del tennis?
«L’obiettivo è far avvicinare sempre più persone al tennis. Noi cerchiamo di raccontarlo al meglio, parlando con gli allenatori, informandoci. Il tennis non è facile da raccontare: devi trovare equilibrio per soddisfare curiosità degli appassionati e non annoiare chi si avvicina .Chi gioca cerca più dettagli, aneddoti. Ma se vai troppo nello specifico puoi perdere i curiosi. Ho avuto la fortuna di mia moglie: non ha mai giocato, io volevo spiegarglielo chiaramente. E poi c’è la mia passione da una vita. Del campo mi manca l’adrenalina prima dell’ingresso in campo».