“L’ultimo ostacolo di Sinner. Medvedev? D’accordo la pipì ma…”

Abbiamo visto Jannik crescere di partita in partita, ha sconfitto dei rivali che non aveva mai battuto

Sento che la festa è già cominciata… Troppo presto, amici miei che innalzate canti al nostro numero uno. Vi state rivelando indispensabili trascinatori, ma Sinner ha davanti a sé ancora un ostacolo. L’ultimo. Il più difficile…
Però, vi capisco, alle Finals di casa nostra c’è un finalista italiano. L’avreste mai detto? Ora ci sta, sembra quasi logico, scontato, ma questo ragazzo l’abbiamo visto crescere di partita in partita, superare ostacoli che non aveva ancora superato, tenere alto lo stato di forma e altissimo il livello di gioco. Coraggio e faccia tosta. Insegnamenti utili alla crescita e umiltà nel metterli in pratica. Colpi da campione e accelerazioni da formula uno. Ma senza esagerazioni, senza forzature.
Tutto bello, tutto emozionante. Sono contento per Jannik, e sono contento per il nostro sport, che dopo la finale di Berrettini a Wimbledon nel 2021, torna a riaprire una porta con vista sul tennis che gli italiani non raggiungevano da troppi anni, quello dei trofei che fanno la storia. Sinner ci è riuscito a 22 anni, e a questo punto non sarebbe giusto pensare che sia troppo giovane per vincere. In quest’ultimo mese Jannik ha sconfitto Djokovic, Alcaraz, Rublev, Tsitsipas, e tre volte Medvedev, ha messo a soqquadro la parte alta della classifica, ha superato i sei mila punti (che sono un’infinità), e non credo che nessuno dei nostri vi sia mai riuscito prima di lui.

Contro Medvedev

Il russo ha cercato di soffocare Sinner con un gioco di pressione, ma ne aveva solo per due set. Ha giocato male il primo, facendosi sorprendere alla prima palla break e di fatto ha decretato la sua sconfitta. Quando sono giunti al dunque, Sinner sembrava una trottola rispetto a lui. Una ricostruzione possibile solo a fine partita, la mia, ma lì per lì chi poteva immaginarlo che Medvedev sarebbe rimasto a corto di fiato? Anche per questo mi è piaciuto molto Sinner, che sì, ha ceduto il secondo al tie break, ma senza dare in smanie né perdere sicurezza. Ed è tornato a dominare nel terzo, risultando a dir poco micidiale e costringendo il russo a correre da una parte all’altra del campo senza mai vedere una palla da colpire senza affanni.
Mi è piaciuto di meno (molto di meno) invece Medvedev, che dopo aver vinto il secondo set, è sparito lasciando da solo Sinner in campo, costretto a improvvisare qualche esercizio per mantenersi caldo. Questa è davvero una regola che non capisco. D’accordo la pipì, ma tennisti che, partita in corso, spariscono per dieci o dodici minuti, non si è mai visto. Ma dove vanno? A fare un trattamento di bellezza?

Al di là dei numeri, la terza vittoria di seguito sul russo significa che l’ostacolo Medvedev è ormai superato. Pareggiato il rendimento del servizio, Sinner può utilizzare a piacimento potenza e profondità dei colpi, soprattutto sulle diagonali. E lì ne ha più del russo. Per questo ha ribaltato l’andamento di un confronto che all’inizio lo vedeva in grande difficoltà. Ha studiato e cambiato il corso della sfida e del suo tennis. Bravissimo!

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