Il passo della squadra di Allegri e i numeri che non mentono, è tutto in linea. L’ordine di Max: “Restiamo lì” (di Sergio Baldini)

Non &egrave; detto che basti per vincerlo, perch&eacute; i punti che conteranno saranno quelli fatti dopo trentotto, di giornate: ma alla quattordicesima la Juventus viaggia a ritmo da Scudetto. Lo dicono i numeri. Ed &egrave; consapevole di poterlo conquistare: lo dicono le parole e lo dicono i gesti.&nbsp;Cominciamo con i numeri e con il pi&ugrave; importante, i 33 punti conquistati dalla squadra di Massimiliano Allegri. Sono meno dei 36 che aveva a questo punto l&rsquo;ultima Juventus poi scudettata, quella di Maurizio Sarri, e sono ancora meno rispetto ai 40 dell&rsquo;ultima Juve vincente di Allegri.

Sono anche meno dei 34 del 2016-17, dei 35 del 2014-15 e dei 37 del 2013-14 (la stagione dei 102 punti con Antonio Conte). Sono anche, per&ograve;, gli stessi punti che aveva dopo 14 giornate la Juve campione d&rsquo;Italia nel 2016-17 e sono pi&ugrave; dei 24 che aveva quella del 2015-16, pi&ugrave; dei 32 della Juve 2012-13 e pi&ugrave; dei 30 della Juve 2011-12, quella che inaugur&ograve; il ciclo dei nove Scudetti di fila.

Insomma, il passo non &egrave; da record, ma da lotta per il titolo s&igrave;. Lo confermano ancora una volta i numeri: la media dei punti dopo 14 giornate nei nove campionati citati &egrave; 33,4, neppure mezzo punto in pi&ugrave; degli attuali 33. E la media punti a partita, sempre nelle prime 14 giornate dei nove campionati vinti di fila, &egrave; 2,39 contro i 2,36 punti a partita attuali. Un soffio, 0,03 punti di differenza.

Certo, i bianconeri sono a un terzo di una maratona e anche tenendo il passo non avrebbero la certezza di vincerla. Buone chance per&ograve; s&igrave;: perch&eacute; gli 89-90 punti (89,6 per la precisone) a cui la media attuale li porterebbe avrebbero permesso lottare col Napoli campione l&rsquo;anno scorso (90 punti) e di superare il Milan di due stagioni fa (86 punti), anche se non l&rsquo;Inter 2020-21 (91).

Quanto ai nove Scudetti consecutivi bianconeri, quattro sono arrivati con meno di 89 punti, che sarebbero comunque bastati a vincerne altri quattro (la squadra alle spalle della Juve ne aveva fatti di meno) e avrebbero visto sfumare solo il titolo del 2017-18, quando il Napoli di Sarri arriv&ograve; secondo con 91 punti.

Proprio l&rsquo;ultimo esempio ricorda come ogni campionato faccia storia a s&eacute; e di come l&rsquo;importante sia non tanto totalizzare un dato numero di punti, ma conquistarne almeno uno in pi&ugrave; degli altri. &laquo;Corto muso: chi vince di uno arriva primo, chi perde di uno arriva secondo&raquo;, come disse Allegri quando espresse per la prima volta il concetto.

E proprio il tecnico bianconero venerd&igrave; ha pronunciato una frase molto significativa nella prima analisi post partita, a caldo, ai microfoni di Dazn: &laquo;Dobbiamo migliorare di settimana in settimana per cercare di rimanere pi&ugrave; attaccati possibile alla testa della classifica&raquo;. Non di staccare il pi&ugrave; possibile la quinta, concetto di cui ha poi comunque ribadito la vitale importanza. Per&ograve; quell&rsquo;invito a restare attaccati alla vetta testimonia tutta la voglia e la consapevolezza, anche da parte del tecnico, di poter lottare fino alla fine.

Voglia e consapevolezza che i giocatori dichiarano ancor pi&ugrave; apertamente e anche quando non sanno di farlo: &laquo;Non si butta cos&igrave; un campionato&raquo;, si &egrave; letto chiaramente il labiale di Rugani, inquadrato senza saperlo dopo l&rsquo;1-1 di Carboni. Un campionato, perch&eacute; &egrave; per quello che la Juve vuole lottare.

Il passo della squadra di Allegri e i numeri che non mentono, &egrave; tutto in linea. L&rsquo;ordine di Max: &ldquo;Restiamo l&igrave;&rdquo; (di Sergio Baldini)

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