Epicondilite: il trattamento

SPORT&SALUTE Con il dottor Gastaldo. Tre principi-base: curare la tendinopatia, eliminare i fattori di rischio, prevenire ricadute
Epicondilite: il trattamento

Nella puntata precedente avevamo introdotto il tema epicondilite, o “gomito del tennista”. Ne avevamo dato una definizione: una tendinopatia (patologia dei tendini) prevalentemente da sovraccarico o da attività ripetitiva e riguarda i tendini estensori del polso e delle dita nella regione esternacdel gomito. Avevamo fornito una specificazione: questo infortunio non riguarda esclusivamente i tennisti, che rappresentano solo il 10 % della popolazione colpita: possono soffrire di epicondilite anche schermidori, giocatori di baseball, golfisti e persone non particolarmente sportive. L’epicondilite è però certamente un infortunio tipico del tennis: un tennista su due può sviluppare almeno una volta l’epicondilite nel corso della vita. Avevamo sottolineato, a questo proposito, che per quanto riguarda il tennis la tecnica di gioco è un fattore rilevante. A questo punto, una volta ricordato che la diagnosi dell’epicondilite è clini- ca (la visita medica specialistica permette di inquadrare le caratteristiche del problema con test specifici quali l’ecografia ed eventualmente la risonanza magnetica) è opportuno affrontare il tema del trattamento di questo tipo di tendinopatia. Partendo dalla considerazione che alla base vi sono tre principi: curare la tendinopatia in atto, eliminare i fattori di rischio e prevenire le ricadute. 

LA CURA Per curare la tendinopatia in atto non esiste un singolo trattamento efficace, ma una combinazione di trattamenti, finalizzati al controllo del dolore, al miglioramento dell’articolarità e della flessibilità del gomito e del polso, al miglioramento della forza del distretto interessato, all’ottimizzazione della forza e della coordinazione di tutto l’arto superiore e al graduale ritorno all’attività sportiva, con il collaudo riabilitativo dei gesti sport-specifici. Un solo trattamento è assolutamente fondamentale e di comprovata efficacia: l’esercizio terapeutico, l’esercizio fisico. Esistono altre combinazioni terapeutiche per l’epicondilite che possono essere valutate ma solo in aggiunta all’esercizio correttamente somministrato: le onde d’urto e la medicina rigenerativa (PRP), da considerare sotto guida specialistica in caso di dolore cronico ricorrente e poco responsivo alle terapie di primo livello. Il trattamento chirurgico è indicato solo per le forme croniche più persistenti e molto invalidanti: i margini terapeutici con le terapie conservative attualmente a disposizione sono molto ampi.

I FATTORI DI RISCHIO Per eliminare i fattori di rischio dell’infortunio bisogna incidere sulla preparazione atletica, sulla tecnica tennistica e sul tipo di attrezzatura, curando nel dettaglio ogni aspetto.

LA PREVENZIONE Infine, la prevenzione delle ricadute passa attraverso il completamento del percorso riabilitativo, senza accontentarsi della riduzione del dolore ma curando con attenzione ogni aspetto decisivo per il completo ritorno allo sport. Alcuni consigli per prevenire l’insorgenza e la persistenza di questo problema nel tennista. Effettuare sempre il riscaldamento prima dell’attività sportiva, con esercizio aerobico per tutto il corpo, esercizi di mobilità e stretching dinamico specifici per gli arti superiori. Lo stretching statico può essere utile dopo la partita, per favorire una maggiore flessibilità muscolo-tendinea. Se dovesse insorgere dolore al gomito durante l’attività sportiva non sottovalutarlo: i problemi ai tendini possono restare “sotto traccia” o appena percepibili per molto tempo e poi determinare improvvisamente un dolore molto acuto, con il rischio concreto di diventare cronici e complessi da gestire. Sarà utile concentrarsi sulla flessibilità (senza dolore) dei muscoli dell’avambraccio e sul loro rinforzo eccentrico (in allungamento del muscolo) in maniera graduale e progressiva. La ripresa graduale del gesto sport-specifico sarà possibile dopo il tempo necessario al completamento delle cure.

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