Sovrappeso, mal di schiena. La prevenzione nei bambini

SALUTE&SPORT Con il dottor Tomaello. Da uno studio emerge che l’Italia è il Paese più sedentario d’Europa. Conseguenze sui più piccoli

I bambini possono soffrire di mal di schiena? 

Sulla base di quanto emerge da uno studio recentemente pubblicato l’Italia, si rivela essere il Paese più sedentario d’Europa.  Ciò significa che i bambini non praticano attività sportiva nemmeno una volta a settimana con la conseguenza, sempre in base ai dati, che un bambino su 3 è in sovrappeso.

Alcuni bambini non sono capaci di muoversi, correre, andare in bicicletta o arrampicarsi su un albero e proprio per questo si parla sempre più frequentemente di analfabetismo motorio.

Qual è la conseguenza di tutto ciò? «La lombalgia, spesso considerata una condizione della vita adulta, può presentarsi anche nei bambini - spiega il dottor Luca Tomaello - medico specializzato in medicina fisica e riabilitazione. A 7 anni di età, circa l’1% dei bambini ha avuto la lombalgia; a 10 anni circa il 6% dei bambini; tra i 14 e i 16 anni circa il 18% degli adolescenti ha provato mal di schiena. Avere lombalgia da piccoli rappresenta un fattore di rischio significativo per la lombalgia da adulto».

I casi di mal di schiena nei bambini sono aumentati soprattutto in questi ultimi anni in cui la pandemia ha accentuato la sedentarietà. I bambini che si impegnano in pochissima attività fisica sono più esposti al rischio di avere mal di schiena rispetto ai bambini che sono più attivi, allo stesso tempo i bambini che sono molto attivi nello sport, soprattutto gli agonisti, hanno maggiori probabilità di avere mal di schiena. 

Altri fattori di rischio per la lombalgia includono il sesso femminile, essere in un momento di rapida crescita, una fase potenzialmente rischiosa per l’insorgenza di deformità vertebrali come per esempio la scoliosi, aver subito un precedente infortunio alla schiena o avere una storia di lombalgie in famiglia. 

«Va ricordato inoltre che i bambini non hanno esperienza di dolore, pertanto l’interpretazione può essere complessa, sia per il bambino che per il genitore. Evitiamo quindi allarmismi eccessivi, senza però sottovalutare troppo i sintomi riferiti e se il dolore persiste sentiamo un medico specialista delle patologie della colonna vertebrale».  

L’attività fisica, d’altra parte, è determinante anche per il funzionamento cognitivo e neurale dei bambini oltre ad avere diversi benefici fisiologici e psicologici. Il rischio del mal di schiena si combatte spingendo i bambini e i ragazzi a muoversi il più possibile. Si comincia dal gioco o da una semplice corsa al parco, accompagnati dalla regolare attività fisica per migliorare la coordinazione e la forza muscolare, capacità che si sviluppano in questa fase della crescita. 

L’attività motoria aumenta anche la soglia e la percezione del dolore aiutando il bambino a distinguere il dolore dallo sforzo muscolare, spesso avvertito come dolore. «Non esiste uno sport migliore di un altro - conclude il Dottor Tomaello - certo è che il non svolgere attività sportiva in una quotidianità già sedentaria favorisce il mantenimento di posture viziate per lunghi periodi incidendo sul rischio di aumento del mal di schiena. Dall’altra parte anche lo sport a livello agonistico può generare problematiche alla colonna per colpa del sovraccarico muscolare e articolare richiesto ai ragazzi che sono in crescita. In questo caso può essere utile una valutazione specialistica per identificare fattori predisponenti al dolore e un’attenta analisi della gestualità tecnica attraverso una stretta collaborazione con l’allenatore».

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