Vent'anni di "Politica nel Pallone": si ricomincia con Moratti

Emilio Mancuso ha ripreso la sua storica trasmissione che festeggia i vent'anni con una puntata speciale sui problemi nerazzurri

ROMA - È tornata alla grande la "Politica nel Pallone", la storica trasmissione di calcio e sport di GR Parlamento condotta da Emilio Mancuso. Dopo la pausa estiva, è andata in onda la puntata 673, che inaugura il ventennale del programma. E per un'edizione davvero speciale della trasmissione, Mancuso ha avuto come ospiti l'ex presidente dell'Inter Massimo Moratti e il senatore Ignazio La Russa, per analizzare i problemi dell'Inter in crisi di risultati e con voci su un possibile cambio di proprietà. E non sono mancate dichiarazioni interessanti.

MORATTI - «I giocatori e l'allenatore non diranno mai che sono condizionati dalla società, magari lo dicono tra di loro. Un po' di condizionamento c'è sempre, perché parliamo di persone normali. L'Inter è ancora nelle condizioni di andare avanti, bisogna capire quali sono le intenzioni di Zhang», ha detto Moratti. Che poi ha fatto i complimenti a Conte: «È stato eccezionale, lo dimostra ancora adesso. L'Inter lo ha apprezzato. Ha fatto in modo che tutta la squadra giocasse per lui, ha un carattere fortissimo. Questo non toglie, che un allenatore con un carattere diverso non possa vincere. Inzaghi ha delle doti che possono metterlo in condizione di vincere. Tutta la società sta passando un momento difficile, l'importante è che non sia un alibi per i giocatori», conclude Moratti. E infine sulla spinosa situazione stadio a Milano: «Demolizione di San Siro? Sarà un grandissimo affare, ma per un tifoso di calcio e i giocatori non sarà lo stesso. Non si potrà più dire di giocare a San Siro. La gente va allo stadio per guardare le partite, non per mangiare un panino. Continuerei a giocarci, ma non entro nei meccanismi di investimento che sono stati studiati».

LA RUSSA - La Russa ha invece inchiodato Inzaghi alle sue responsabilità, pur elogiandolo: «Inzaghi si è sempre comportato bene, a parte un blackout. A questo punto della stagione, quando le cose vanno male, la colpa è sempre dell'allenatore. Queste prossime partite diventano un banco di prova decisivo per l'allenatore. Inzaghi non va demonizzato, alla sua prima esperienza in una squadra che punta al titolo. Senza qualche intoppo la scorsa stagione avrebbe vinto il campionato. Voglio dire alla società che bisogna ascoltare di più Marotta, che voleva Dybala e Bremer. Il mio consiglio non richiesto è quello di dargli più spazio. L'Inter non è ancora al top. Siamo partiti con il freno a mano, con lo stesso meccanismo dell'anno precedente. Ma devo dire che Dybala sarebbe stata una novità molto utile per noi, è un uomo che salta l'avversario».

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