Le pagelle di Sanremo: 8.5 a Mengoni, 5 a Elodie

Bravo Gassman, delude Ariete, così così Anna Oxa, ecco le pagelle della prima serata
Le pagelle di Sanremo: 8.5 a Mengoni, 5 a Elodie© Daniele Venturelli/Getty Images

ANNA OXA 5.5 Il timbro vocale è inconfondibile, ma la sensazione è quella che a un certo punto cominci a cantare “Senza Pietà”. E si percepisce più di una volta in un brano che deve essere riascoltato, almeno un po’ di volte

GIANMARIA 5 Da XFactor passando per Sanremo Giovani e fino ai “big”. Gianmaria non è stato un “mostro” capace di divorare il palco – e l’emozione è legittima –, ma ha il merito di essere rimasto coerente con quello che era quando lo abbiamo conosciuto.

MR RAIN 6.5 Essere gradevoli al primo ascolto non è banale, lui ci riesce con una melodia che abbraccia e con il (forte) contributo dei bambini. Comprese le lacrime che rivelano l’emozione a fine esibizione di una di loro.

MENGONI 8.5 Riesce sempre a toccare almeno una corda delle esperienze personali e lo fa con una voce incredibile e con l’intensità che gli hanno già permesso di vincere una volta. E che potrebbero regalargli il bis.

ARIETE 5 L’emozione gioca a suo sfavore e la performance ne risente sotto il profilo dell’intonazione. Ma è fedele a se stessa, quando non nasconde l’accento romanaccio e quando chiede il “cinque” a Morandi.

ULTIMO 6 Quando si tratta di lui le aspettative sono sempre altissime, questa volta il primo impatto è meno travolgente rispetto ad altri brani che lo hanno reso il più amato di tutti negli ultimi anni.

COMA COSE 6 L’intenzione è pregevole, scegliere di raccontare di una crisi vissuta in prima persona sul palco di Sanremo è emozionante. Come il bacio dopo “l’addio non è una possibilità”. Ma la canzone in sé un po’ meno.

ELODIE 5 Il rischio è che non diventi neanche un tormentone estivo, il merito è che sia una canzone cucita su di lei. Anche se rimane un po’ anonima, perché non fa ballare, non fa emozionare, non fa riflettere.

LEO GASSMAN 7 Una versione nuova di se stesso e una canzone nella quale si sente forte la (splendida) mano del “Pinguino” Riccardo Zanotti. Al dì là di tutte quelle che vorrebbero essere nel “Terzo Cuore”, questo ragazzo è riuscito a esistere artisticamente a prescindere dal suo cognome.

CUGINI DI CAMPAGNA 5.5 Ricostruiscono l’atmosfera nostalgica che ti riporta quando tua nonna, canticchiando, incartava la torta di mele e te la metteva in cartella prima di accompagnarti a scuola. L’effetto “dolce ritorno al passato” funziona, ma il brano non ha picchi.

GIANLUCA GRIGNANI 6.5 La sua settima “vita” al Festival è un urlo onesto in cui si sprigionano amore e dolore, frasi dette e frasi soffocate. Raccontare un frammento così personale è una bella sfida che lui ha vinto.

OLLY 5 Calcare quel palco nella sua Liguria è già un traguardo prezioso per un ragazzo classe 2001 il cui brano, però, a primo impatto ha addosso ancora più “Polvere” che potenza capace di farlo emergere.

COLLA ZIO 6 Il primo motivetto che ci portiamo nelle orecchie per la notte arriva da questi cinque ragazzi milanesi, belli perché normali, piacevoli perché raccontano un sentimento facile da riconoscere, ma spesso difficile da ammettere. La gelosia.

MARA SATTEI 7 Un brano e un’esibizione che la “liberano” dalla dolce vita estiva e le danno una dimensione di autonomia che lei regge alla grande, per l’interpretazione mai eccessiva e per la delicatezza. Alcuni passaggi del brano, come “Ho capito che non era amore ma soltanto un posto che avevi creato per me” completano l’ottimo risultato.

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