Sanremo 2024, le pagelle: Il Volo in volo, Geolier non convince

Voti alti per Berté, Amoroso e Mannoia, mentre destano perplessità Clara, La Sad e il tandem Renga-Nek
Sanremo 2024, le pagelle: Il Volo in volo, Geolier non convince© ANSA

Le pagelle dei trenta artisti in gara al Festival di Sanremo 2024:

Clara 5
Mare Fuori, tenera dentro. Dalla fiction, a Sanremo Giovani a chi il fato sceglie per rompere il ghiaccio. Il timbro non è inconfondibile e lei è comprensibilmente ancora un po’ grezza, proprio come i suoi diamanti.

Sangiovanni 5.5
Quello sguardo alla telecamera finale e poi gli occhi che si chiudono spaccano il vetro della tv di Giulia Stabile. Perdonami, sono stato uno scemo. Maria, lei aprirà la busta? “Farfalle” era decisamente più nelle sue corde.

Fiorella Mannoia 7.5
Finalmente il Festival inizia, anche a giudicare dall’ovazione del pubblico. Lei è bella, sempre uguale a se stessa, ma nel suo testo sono racchiuse tutte le donne del mondo. E si diverte, consapevole di quel che ha fatto, orgogliosa dei messaggi che sta cantando. Rimanda un po’ a De Andrè? Se lo fa, lo fa con grande rispetto.

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La Sad 5
Me li ricordavo diversi quelli del Volo! (cit.). No, loro hanno per le mani la penna magica di uno come Riccardo Zanotti e il messaggio che vogliono lanciare è importantissimo. Ma le scelte stilistiche rischiano di rimanere più impresse rispetto al timbro vocale e all’interpretazione.

Irama 6
L’intensità è la stessa con cui, da un paio di anni, fa piangere a dirotto ogni volta che senti “Ovunque Sarai” e pensi a qualcuno che amavi e che non c’è più. Questa volta il testo è meno incisivo e fa vibrare un po’ meno le corde dell’amore, della nostalgia, di ciascuno.

Ghali 6.5
Sempre più verde, molto più blu, ma l’unica cosa che davvero colpisce è l’adorabile lilla/azzurrino dell’adorabile del suo adorabile vestito. Solo a primo impatto. Perché il testo, invece, è una lama, un pezzo di (drammatica) storia recente: “Ma come fate a dire che qui è tutto normale. Per tracciare un confine con linee immaginarie bombardate un ospedale”.

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Negramaro 5.5
Il timbro è inconfondibile, ma a tratti questo brano è come se lo soffocasse. E il brano stesso è difficilmente collocabile in un genere preciso, resta lì, un po’ sospeso. Poi certo, “Non rifacciamo il letto” e “Andiamo ovunque basta che non ci sia gente” è un po’ il tipo di donna che ogni uomo sogna!

Annalisa 6.5
Sinceramente… non è il brano che valorizza al meglio un’artista che al di là dei tormentoni ha dimostrato di avere grandi qualità da performer, oltre a un timbro delicato, ma sempre riconoscibile. Il ritmo, però, è piacevole e magari non “il” tormentone, ma “un” tormentone può diventarlo in fretta.

Mahmood 6.5
Il ritmo entra immediatamente in testa e questo brano è perfetto per la sua voce. D’altronde lui sa perfettamente come si sta sul quel palco. Due volte a Sanremo, due volte vincitore. Questa volta difficile aspettarsi “non c’è il due senza il tre”, ma comunque è uno dei brani più interessanti fino a qui.

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Diodato 7
C’erano grandi aspettative per dare finalmente il La a questa prima parte del Festival. Rispettate, magari non proprio nel complesso, con la sua voce e la sua gentilezza, che invitano a guardarsi dentro, perché ciascuno può tornare a credere che qualcosa sia ancora possibile, se ce lo dice chi amiamo.

Loredana Bertè 8
Anche noi siamo pazzi di te, Loredana. Del tuo coraggio di raccontarti così, ferita, coraggiosa, finalmente in pace con la tua pazzia. Che ti ha resa grande e ti permette di stare ancora così, a 73 anni, su quel palco. A far impazzire il pubblico. Una melodia semplice, forse per questo subito apprezzabile.

Geolier 5
Dice di voler portare il napoletano al Festival, ma questo rischia di non pagare perché a primo ascolto il ritmo arriva subito, il contenuto inevitabilmente meno. Un consiglio: riascoltarla.

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Alessandra Amoroso 8
Da quando era “Immobile” a ora, non ha mai perso quella sua semplicità che l’ha resa grande. Questa canzone parla di lei e si capirebbe anche senza saperlo, dai suoi occhi lucidi appena parte la musica. La sua voce è tagliente, dolce, travolgente e la colloca potenzialmente sul podio.

The Kolors 6
Eccolo qui, il primo tormentone estivo. Che lo canti già al secondo ritornello e al terzo fai pure il balletto di Stash, che nel ruolo di frontman sta benissimo, ripetuto anche dal coro. Non proprio un tema originale, ma una ballata che rallegra e che domani mattina canticchieremo più di altro.

Angelina Mango 7
La sua voce rasenta la perfezione e lei è già una performer matura. Figlia di papà che sei non lo sai non lo vedi perché è di una autenticità disarmante, la mette tutta a disposizione del pubblico. Anche se questo brano, in cui si sente la penna di Madame, la diverte e ci diverte, ma non ne fa esplodere tutto il potenziale.

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Il Volo 9
C’è chi ha sempre sognato di ricevere una dichiarazione d’amore di questo genere e chi mente. Quando si dice un brano sanremese, si intende più o meno questo.  Poi se lo cantano quei tre, con quelle voci che sembrano una sola e allo stesso tempo sono facilmente distinguibili beh, l’emozione abbraccia.

Big Mama 7.5
“È facile distruggere i più fragili”. “Vorresti un altro corpo, ma a quale costo?”. Brava Big Mama, bella la tua emozione che è quella di chi quel tipo dolore l’ha attraversato e non ha paura a dirlo. E quella dedica ai genitori lo spiega meglio di tutto.

Ricchi e Poveri 5
Sarà perché li amiamo e allora accenniamo anche un ballettino dal divano, ma questo brano sembra arrivare da quando, 32 anni fa, hanno partecipato al loro ultimo Festival. L’Ariston regala l’ovazione, che è più un (meritato) premio alla carriera che non un sincero apprezzamento del brano.

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Emma 6
“Se avessi un telecomando non ti cambierei mai” non è un passaggio che proprio ti toglie il respiro. E nonostante lei sia sempre il solito vortice di energia, autenticità e voce, questo brano non esplode mai. Né nel ritmo, né nel coinvolgimento.

Renga Nek 5
È tutto un po’ già sentito, tutto un po’ debole. Anche il testo, oltre a un ritmo che non dà mai la sensazione di esplodere davvero. Nonostante due voci (e una sintonia) indiscutibili, ma che questa volta restano un po’ inespresse.

Mr. Rain 7
L’immagine dell’altalena che dondola vuota per raccontare un padre che perde un figlio è struggente e lui la interpreta con la sua delicatezza. Il brano ricalca un po’ quello arrivato terzo lo scorso anno e per questo anche funziona. Ma l’autotune per favore no.

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Bnkr44 5
Direttamente da Sanremo Giovani una band che si diverte su un ritmo orecchiabile, ma non indimenticabile né nella vocalità, né nell’originalità della proposta. Suono in una boy band, suono in una boy band…

Gazzelle 7.5
E’ un po’ come sentirsi abbracciati, una canzone che tranquillizza, che non ha picchi, ma che rimane costante nella sua dolcezza. Che non ha pretese di strafare, ma che sceglie coscientemente di rimanere fedele a se stessa. Come il suo autore e cantante, che cattura, dalle prime due parole.

D’Argen D’Amico 8.5
Un brano fortissimo nei contenuti, con alcuni passaggi anche struggenti che schiaffano in faccia immagini nitide dei drammi di cui il mar Mediterraneo e le guerre in corso sono scenario. Seppure lui li porti sul palco con il suo stile, anche un po’ urlandoli, proprio perché si sentano meglio. Non diventerà un tormentone come “Dove si balla”, ma l’obiettivo questa volta è più che altro di tormentare le coscienze.

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Rose Villain 5
Visto e rivisto, un brano senza squilli e un’interpretazione che non accende il pubblico in sala e non riesce a ridonare brio a tutti quelli che sono ancora svegli (o mezzi svegli) sul divano.

Santi Francesi 6.5
Un titolo che è nato da un errore. Ma che riassume un brano riuscito, un po’ come tutti i lavori di questo duo che ha fatto tutta la “trafila” dei talent, ma che ha sempre scelto di rispettare il proprio stile e ha lottato per rimanere se stesso. Premiato con un palco così prestigioso, nonché meritatissimo.

Fred De Palma 5
“Il Cielo non ci vuole” e anche il brano non è proprio uno di quelli che il panorama discografico stava aspettando con trepidazione, perché non regala nulla di nuovo. Una ballata su una relazione che continua, ma che forse finisce perché forse il destino non è d’accordo.

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Maninni 6.5
La melodia è una delle più piacevoli a primo ascolto, la sua interpretazione che si scioglie parola dopo parola è emozionante. Aggettivo che lui aveva usato per descrivere questa canzone. “Stringerti forte è spettacolare” d’altronde è una frase così semplice, ma allo stesso tempo capace di raccontare tutti i tipi di sentimenti.

Alfa 5
Nel messaggio che “Non devi guardare indietro mai e l’importante è solo che vai, vai” c’è l’occhio sul mondo di un ragazzo di 23 anni e ci sta. Ma la crescita passa anche dal percorso, e la performance vocale e “di palco” ne richiede ancora molta.

Il tre 6
Sale sul palco all’1.47 e già per questo merita un plauso. Anche la canzone, un inno alla fragilità che accomuna tutti, è piacevole anche dopo 29 brani, uno dietro l’altro. Il brano ha qualcosa di curioso che tiene lì l’attenzione, pur provata. 

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Clara 5
Mare Fuori, tenera dentro. Dalla fiction, a Sanremo Giovani a chi il fato sceglie per rompere il ghiaccio. Il timbro non è inconfondibile e lei è comprensibilmente ancora un po’ grezza, proprio come i suoi diamanti.

Sangiovanni 5.5
Quello sguardo alla telecamera finale e poi gli occhi che si chiudono spaccano il vetro della tv di Giulia Stabile. Perdonami, sono stato uno scemo. Maria, lei aprirà la busta? “Farfalle” era decisamente più nelle sue corde.

Fiorella Mannoia 7.5
Finalmente il Festival inizia, anche a giudicare dall’ovazione del pubblico. Lei è bella, sempre uguale a se stessa, ma nel suo testo sono racchiuse tutte le donne del mondo. E si diverte, consapevole di quel che ha fatto, orgogliosa dei messaggi che sta cantando. Rimanda un po’ a De Andrè? Se lo fa, lo fa con grande rispetto.

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