Banca del Fucino, Maiolini: “Puntiamo ancora a rafforzare il nostro business”

Il ceo dopo l’acquisto dell’85,3% della Cassa di Orvieto: “Ci fa piacere che la nostra proposta sia stata preferita anche per i contenuti industriali”
Banca del Fucino, Maiolini: “Puntiamo ancora a rafforzare il nostro business”

Sono circa 90 i milioni di euro pagati da Banca del Fucino a Mcc per l'acquisto della Cassa di Risparmio di Orvieto (Cro). Offerta ritenuta adeguata a valorizzare l'azione di risanamento che il ceo di Banca del Fucino, Francesco Maiolini spiega così a Milano Finanza: "Non abbiamo acquistato una banca in crisi. Ma ci fa piacere che la nostra proposta sia stata preferita anche per i contenuti industriali, come il mantenimento dell’autonomia, del marchio e la piena salvaguardia dei livelli occupazionali". Soddisfatto Maiolini che dalla somma dei due istituti Fucino e Orvieto valuta già un prodotto bancario complessivo che supera i 10 miliardi, evidenziando gli aspetti chiave della contiguità territoriale e della forte complementarità delle due banche in termini di prodotti e di clientela di riferimento. 

 

Operazione resa possibile da un aumento di capitale di 75 milioni e che nei prossimi passi prevede quanto descritto da Maiolini: "Abbiamo sempre guardato alle opportunità con un approccio prudente e ispirato a due stelle polari: la crescita dimensionale e il rafforzamento patrimoniale. Il nostro modello di business è quello della banca universale, con alcune forti specializzazioni come nell’health & pharma o nelle rinnovabili. Per il futuro puntiamo innanzitutto a rafforzare ancora il nostro business in questi comparti". Dopo il closing con Mcc, nella prima metà di questo 2025 si attende la chiusura dell'iter autorizzativo, dopo l'ok definitivo ci sarà da formare il Cda nel quale verranno coinvolti "profili di grande esperienza e prestigio", assicura Maiolino. Intanto resta socio al 15% la Fondazione di Orvieto con la quale bisognerà definire i rapporti: "Finora abbiamo avuto interlocuzioni soltanto con l’azionista di maggioranza. Ma siamo convinti che le relazioni con la fondazione saranno improntate all’interesse comune di valorizzazione del territorio e della banca".

 

E sul finire del 2024 e lo sviluppo del 2025 Maiolini conclude: "Posso anticipare una chiusura di particolare soddisfazione per la compagine sociale, che si colloca ben al di sopra delle previsioni di budget. Per il 2025, invece, il nostro piano industriale punta alla rapida attivazione delle sinergie con la Cro e alla prosecuzione del trend di crescita di questi anni, nei quali la capacità di ricavo del gruppo si è consolidata grazie all’incremento del prodotto bancario e alle nuove attività.Quanto sta accadendo sullo scenario nazionale è sintomo dell’esigenza di una maggiore attenzione al potenziale economico del Centro Italia e di Roma, realtà che richiedono un maggiore peso negli equilibri bancari nazionali. La nostra crescita rientra in questo quadro".

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