WWE, Randy Orton: "Il match con Edge? Se fossi un tifoso non aspetterei altro"

Tra pochi giorni, a Backlash, The Viper darà vita con il suo amico Adam Copeland a quello che è già stato soprannominato "The Greatest Wrestling Match Ever"
WWE, Randy Orton: "Il match con Edge? Se fossi un tifoso non aspetterei altro"

ORLANDO (Florida) - Bastano tre lettere, "RKO", è chiunque abbia una minima familiarità con il mondo del wrestling saprà di cosa si stia parlando. Si tratta di una delle mosse più conosciute in assoluto, quella con la quale Randy Orton è soliti chiudere i suoi match. Il 40enne di Knoxville (Tennessee) è già una leggenda vivente della WWE, con un futuro da Hall of Famer già scritto.

WWE, Randy Orton pronto per Edge

Ha proseguito la tradizione di famiglia, quella del papà Bob Orton Jr, di nonno Bob Orton Sr e zio Barry Orton. The Viper li ha superati tutti, mettendo insieme già 13 titoli di campione del mondo nella sua carriera, oltre a (tra le altre cose), due vittorie nella Royal Rumble e una al Money in the Bank. Lui è una delle Superstar più pericolose e astute che abbiano mai messo piede in un ring WWE e a Backlash 2020 (nella notte tra domenica 14 e lunedì 15 giugno) il suo incontro con Edge è stato sponsorizzato come "The Greatest Wrestling Match Ever": "Dico la verità, non mi faceva impazzire questo appellativo. Ma capisco che ci sia grande aspettativa. Edge è uno dei migliori atleti di sempre e se mi avessero fatto scegliere una persona con la quale realizzare un qualcosa di questo genere, avrei detto senza dubbio lui. Adam Copeland (vero nome di Edge, ndr) è un grande amico, ma anche uno dei migliori performer della storia di questo sport-entertainment. Credo che le nostre caratteristiche siano perfette per dare vita a qualcosa di indimenticabile. Se fossi un tifoso sarei eccitato dall'idea di vedere questa sfida".

Una carriera piena di successi

Sul ring d'altronde ci saranno due vere superstar di questa disciplina, due della vecchia guardia, presenti anche nel periodo della seconda ondata di grande successo del wrestling in Italia: “Ho vinto tanto in 20 anni di carriera. Ricordo ancora il giorno del mio primo contratto, era nell’ottobre del 1999. Ho tanti ricordi, tanti match. Alcuni di questi li ho avuti con dei talenti straordinari. Insomma, ho lavorato con la “vecchia scuola”, gente come The Undertaker, Shawn Michaels, Triple H, Mick Foley, Booker T e così via. Prima mettermi a confronto con loro mi metteva i brividi. Oggi sono più maturo e consapevole, ho fatto più di 3mila match nella mia vita, forse ne ho messi insieme più di tutti in assoluto. Ma devo fare ancora molto, penso di avere altri 10 anni di carriera davanti a me e voglio mandare over (rendere più popolari nel gergo del wrestling, ndr) altri ragazzi, lavorare con loro e mettere a disposizione le mie conoscenze, un po' come accaduto poco più di un paio d'anni fa con Jinder Mahal”.

Il rapporto con gli altri sport

Nel corso dell'intervista Randy Orton ricorda anche WrestleMania 25, quando doveva affrontare Triple H per un altro match attesissimo. In quella circostanza però il risultato finale non fu quello sperato, "colpa" anche della sfida indimenticabile e iconica che l'aveva preceduto: "Il mio match con Triple H fu tremendo, lo so. Soprattutto dopo quello che era accaduto tra The Undertaker e Shawn Michaels, forse il miglior incontro di sempre. Ma di match fantastici ce ne sono tanti. Ad alcuni piacciono le stipulazioni speciali, i match con la scala, ad altri quelli in cui viene raccontata una storia: si tratta di discorsi soggettivi. A me ad esempio è piaciuta anche la performance complessiva nell'House of horror match con Bray Wyatt a Payback 2017". Riguardo il rapporto con gli altri sport, The Viper ammette di non essere un grande tifoso: "Sì, è vero. Mi piace molto praticarli, ma non sono un vero tifoso. Mi guardo il Super Bowl magari, così come la Coppa del Mondo o partite decisive dell'Nba, ma non ho nessuna squadra in particolare. Può capitare che il giorno stesso del grande appuntamento chieda a mia moglie o i miei figli 'ah, ma c'era il Super Bowl?'. Apprezzo però tutti gli sport e i grandi atleti: Michael Jordan, ad esempio, è stato strepitoso".

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