Scuola al centro dei progetti Sport e Salute. Cozzoli: "Pronti a investire"

Il presidente non ha dubbi: "Lo sport sta vivendo un momento difficile, ma è un settore di crescita, di produzione del Pil che merita investimenti"
Scuola al centro dei progetti Sport e Salute. Cozzoli: "Pronti a investire"© ANSA

Torino è il "teatro" degli Stati Generali del Mondo del Lavoro - Sport in programma da oggi fino al 10 settembre. Ad aprire la kermesse la sindaca del capoluogo piemontese, che ha detto: "Per incentivare lo sport l'investimento va fatto sulle scuole e sugli impianti sportivi, spesso obsoleti. Con il Pnrr abbiamo un'occasione unica anche per questo. Dedicare progettualità agli impianti sportivi sarebbe un bel segnale, permetterebbe di rendere più accessibile lo sport che è un'opportunità fondamentale e noi ragioniamo sempre su tre assi: lo sport come educazione, e in questo il rapporto con le scuole è importantissimo, la salute e il ritorno economico". Sulla stessa lunghezza d'onda il presidente e Ad di Sport e Salute Vito Cozzoli: "Un euro speso sullo sport significa 4 euro risparmiati sul Ssn e io lo spenderei nella scuola, ed è quello che faremo. Lo sport sta vivendo un momento difficile, ma è un settore di crescita, di produzione del Pil che merita investimenti e il primo driver su cui spingere è la scuola. Sport e Salute vuole scendere in campo, il Governo è impegnato per introdurre nella scuola primaria l'insegnante di scienze motorie - ribadisce - ma ci vorrà tempo, ci vogliono risorse, ma riteniamo che non ci siano alternative, da questo anno scolastico i nostri bambini dovranno avere almeno 2 ore di educazione motoria e provvederà Sport e Salute con proprie risorse e per questo abbiamo lanciato un piano straordinario da 17 mln e coinvolgeremo un milione e mezzo di bambini. Facciamo il 175% in più di quello che è stato fatto in passato, è la nostra sfida".

Sport e Salute, parla il presidente Cozzoli

Cozzoli sembra non avere dubbi: "Il settore del lavoro sportivo merita interventi normativi: troppi lavoratori sono rimasti scoperti in termini di tutele e garanzie. Il Governo  era intervenuto con la legge 86 dell'8 agosto 2019 proprio per dare anche delle risposte rispetto a un settore che per 20 anni è rimasto fermo e in questo senso le società sportive hanno acquisito nel tempo elementi di assoluta peculiarità. Sono stati introdotti alcuni elementi di cambiamento nella materia del lavoro sportivo provando anche a mettere mano alla ormai perpetua distinzione fra dilettantismo e professionismo. Si è cercato di mitigare questa dicotomia, cercando anche di concepire il lavoratore come destinatario soprattutto di diritti e opportunità a prescindere dal tipo di attività praticata e mantenendo alcune distinzioni che però non devono relegare il lavoratore del sistema dilettantistico a un sistema a cui far venire meno tutele e diritti fondamentali, penso al tema previdenziale e assicurativo. Il nuovo Governo - ricorda - ha differito al 2023 l'efficacia di queste norme, il rischio da scongiurare è che la riforma vada a pesare eccessivamente sulle spalle delle realtà più fragili, dato che un un aumento di diritti non possa che accompagnarsi a una consistenza maggiore di costi necessari a sostenerli. Il tema - conclude - è la sostenibilità. Ci sono due anni per verificare come la riforma del lavoro sportivo potrà essere sostenibile per le società sportive".

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