La scherma italiana piange la scomparsa del maestro Egon Franke

Polacco di Gliwice, prima che "piemontese d'adozione", classe 1935, è stato un campione in pedana e nell'insegnamento
La scherma italiana piange la scomparsa del maestro Egon Franke© federscherma

TORINO - La scherma italiana piange la scomparsa del maestro Egon Franke. Polacco di Gliwice, prima che "piemontese d'adozione", classe 1935, è stato un campione in pedana e nell'insegnamento, facendosi apprezzare da chiunque l'abbia visto all'opera non soltanto per le indiscusse qualità da atleta e poi da tecnico, ma anche per la signorilità e l'umanità che sono stati tratti distintivi della sua persona.Olimpionico di Tokyo 1964, in tutto vincitore di tre medaglie ai Giochi e in otto occasioni sul podio mondiale, nel "suo" fioretto ma pure con un titolo iridato in bacheca nella sciabola, cominciò la carriera magistrale con un'allieva "speciale", sua moglie Elisabetta, nel solco di una passione di passione di famiglia in seguito trasmessa anche al figlio Piotr. Fu tecnico della Nazionale di fioretto femminile della Polonia prima di trasferirsi in Italia. Debuttò alla Raggetti Firenze, quindi la sua "casa" divenne il Club Scherma Torino dove allenò campioni e fece crescere generazioni di atleti.

Il maestro Egon Franke fu a lungo componente dello staff tecnico della Nazionale azzurra e punto di riferimento per tantissimi appassionati di questo sport di cui incarnava l'eleganza, lo stile, la signorilità. Mai una reazione scomposta né una parola sopra le righe. "Non invecchia mai ", diceva di lui il mondo della scherma nel ritrovarlo sui luoghi di gara sempre in perfetta forma, impeccabile, ad accompagnare i suoi allievi. "Giocatela", era uno dei suggerimenti che dava loro più spesso nel mentre vivevano le fasi complicate di un assalto. Le sue lezioni erano un concentrato di sforzo fisico, per la grande resistenza che richiedevano, e tecnica alla quale prestava un'attenzione incredibile.

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