Sci: Italdonne da record, ma Elena Curtoni perde la Coppa di superG

A Soldeu la svizzera Gut-Behrami si prendegara e Coppa di specialità, con la valtellinese che paga la caduta di ieri in discesa ed esce anche dal podio finale. Ci sale invece Federica Brignone, che col 2° posto porta a 26 i podi stagionali delle azzurre, battendo il primato del 2017. Uomini lontani: Paris dovrà riflettere tanto
Sci: Italdonne da record, ma Elena Curtoni perde la Coppa di superG© Getty Images

TORINO - Italdonne da record anche se arriva un'enorme delusione per Elena Curtoni. Lara Gut, ticinese con tanta Italia nel cuore (compresa la residenza a Udine dopo aver spostato il calciatore Valon Behrami, aggiungendone il cognome anche in gara), si prende tutto nel superG delle finali di Soldeu: gara e Coppa del Mondo di specialità (la sua terza), strappandola alla valtellinese.

Elena paga caro il brutto colpo di ieri quando un caduta (per altro molto pericolosa) le ha tolto sia il podio finale della discesa sia molte certezze, per altro già incrinate ai Mondiali di Méribel. In più ci s'è messa la sfortuna, che aveva già fatto più che capolino nell'ultimo superG a Kvitfjel, quando l'austriaca Huetter le ha tolto la vittoria per appena un centesimo. Qui invece è stato il sorteggio malevolo, che le ha dato l'ultimo pettorale disponibile (15), un freno con una neve già trattata e primaverile, man mano fusa dal sole che brilla sul Principato di Andorra. Risultato una gara senza acuti e con un errore finale che relega la Curtoni al 10° posto. Un risultato che non solo sfila all'ultimo il pettorale rosso di leader della specialità, non trasformandolo nella prima Coppa, ma la butta giù anche dal podio finale.

Lo conquista invece Federica Brignone, doppiamente. Con una gara da vera tigre, quella che ai Mondiali illuminati dall'oro in combinata e dall'argento in gigante si è messa sul casco e non se l'è più tolta, la valdostana viene battuta solo dalla Gut, ma con il secondo posto conquista il 7° podio stagionale personale (56° in carriera) e il 26° per l'Italia delle donne, sperando il record che risaleva al 2016-2017. Non solo, dal quinto posto nella classifica di specialità risale al secondo, agguantando un podio finale che conta, anche se deve abdicare da regina della specialità.

«Sono orgogliosa di aver rischiato il tutto per tutto e di aver sciato come dovevo - sorride Federica -. Lara è stata più brava di me, onore a lei, ma sono della mia gara, della stagione e di essere arrivata a giocarmi la Coppa fino alla fine. Ora mi terrò per il gigante, cercherò di fare il massimo ed attaccare cercando di salire sul podio anche in quella classifica. Voglio uscire da questa stagione senza rimpianti».

Ne ha invece Elena Curtoni. «Sapevo di sciare bene, ma l’avvicinamento alla gara non è stato positivo dopo la caduta in discesa - dice la valtellinese, entrata comunque stabilmente tra le meravigliose Fab Four delle azzurre -. Magari ho tirato su il piede in alcuni passaggi senza rendermene conto. Non è una scusante: sapevo sarebbe stato difficile, che bisognava vincere la gara. Sono molto dispiaciuta, ci tenevo tanto, ma questa stagione ho dimostrato di poter essere davanti sempre in due discipline, quindi sono fiera del lavoro che ho fatto e che andrò ancora a fare».

Come Sofia Goggia, che il giorno dopo aver alzato la quarta Coppa di discesa (terza consecutiva) porta a termine con buoni passaggi e stabilità (7ª e seconda azzurra al traguardo, davanti a Marta Bassino) un superG che vuole essere la sua carta in più dal prossimo anno. Questo però lo conclude con 5 degli 8 successi e 8 dei 26 podi stagionali dell'Italdonne dei record.

E gli uomini? Lontani dal podio. Quello ormai è monopolizzato dai soliti noti, a partire da Marco Odermatt, lo svizzero che si prende la 6ª vittoria (e 8ª top 3) sui 9 superG stagionali meritandosi al meglio Coppa generale e di specialità già conquistate, e Alexander Aamodt Kilde, il norvegese fidanzato di Mikaela Shiffrin, con l'inserimento tra i due dell'austriaco Marco Schwarz, la rivelazione della seconda parte della stagione anche in velocità, Dominik Paris è velocissimo come sempre quando c'è da scaricare cavalli, ma si perde nelle curve (un secondo preso nel muro): chiude 7° per un centesimo davanti a Mattia Casse un'annata deludente. Sarà un'estate di grandi pensieri e riflessioni quella del campione della Val d'Ultimo. Il progetto team personale non ha funzionato e il livello della concorrenza s'è alzato terribilmente. Serviranno grandi motivazioni e tanto lavoro tecnico Più in squadra, sull'esempio delle donne.

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