Da Zverev a Degradi, atleti con il diabete di tipo 1: le testimonianze

Degradi, classe ’96, attualmente giocatrice del Chieri ‘76 in serie A, è stata scelta dalla Mattel per farne una versione di Barbie con il diabete
Da Zverev a Degradi, atleti con il diabete di tipo 1: le testimonianze
TORINO - Gli atleti con diabete di tipo 1 che svolgono attività agonistica in Italia sono alcune centinaia, nel mondo qualche migliaio. I nomi famosi che in questi anni hanno fatto coming out non mancano a cominciare dal numero 3 del tennis mondiale, il tedesco Alexander Zverev, piuttosto che il nuotatore olimpico statunitense Gary Hall Jr., vincitore di medaglie d’oro, per arrivare a un’intera squadra di ciclisti professionisti tutta composta da atleti con diabete di tipo 1 che gareggia a livello internazionale (Team Novo Nordisk). Nel panorama nazionale si segnalano il ciclista Davide Plebani, il triatleta Giulio Molinari, la pallavolista Alice Degradi, giocatrice della nazionale italiana che non ha potuto partecipare ai recenti mondiali vinti dalla squadra di Velasco a causa di un infortunio. Degradi, classe ’96, attualmente giocatrice del Chieri ‘76 in serie A, è stata scelta, dalla Mattel per farne una versione di Barbie con il diabete. “Certamente – spiega Alice – adesso c’è una maggiore sensibilità anche nell’ambiente sportivo verso gli atleti con diabete di tipo 1. Prima gli allenatori pensavano che il diabetico potesse avere un cedimento e non rischiavano di metterlo in campo specie in momenti topici della partita ma chiunque può avere una defaillance fisica o psicologica in certe situazioni di stress. E’ vero che l’adrenalina fa salire la mia glicemia come mangiare un bel piatto di pasta a ridosso della partita ma ormai ho imparato a conoscermi e con i consigli del mio diabetologo so che posso mangiare la pasta un po’ di ore prima della partita così ho il tempo di smaltirla, come pure metto in atto strategie per contenere l’adrenalina”.  Sulla stessa lunghezza d’onda la giovane Ludovica Maniglia, calciatrice dell’Amc (Accademia Milano Calcio) che milita nel campionato di Eccellenza: “Adesso per fortuna gli allenatori, i preparatori e le compagne capiscono meglio e non ci guardano come elementi di disturbo, è fondamentale conoscersi e trovare, dopo un po’ di prove, un proprio equilibrio seguendo le indicazioni del proprio medico”.

Incontro su “diabete e sport per l’inclusione"

E’ stata proprio Ludovica la promotrice dell’incontro su “diabete e sport per l’inclusione” insieme allo sponsor della sua squadra Grenke Italia (società specializzata nel noleggio strumentale operativo di beni e servizi per imprese e liberi professionisti), Fid (Federazione Italiana Diabetici) e Aniad (Associazione Nazionale Italiana Atleti Diabetici) che conta circa 500 iscritti. Rappresentanti delle associazioni, diabetologi, e atleti si sono confrontati su come e con quali difficoltà gli atleti con diabete di tipo 1 devono preparare le gare, gli allenamenti, curare l’alimentazione e il recupero fisico. Di fondo c’è anche un problema di educazione e informazione. Non tutti distinguono bene fra diabete di tipo 1, patologia autoimmune che in Italia coinvolge 300 mila persone, e il diabete di tipo 2 che interessa circa 4,5 milioni di persone ed è legato prevalentemente a sedentarietà e cattiva alimentazione. Gli atleti diabetici purtroppo non sono ancora ben visti dalle stesse società sportive. “Mi arrivano ancora oggi - ha raccontato Nicola Zeni, presidente della Fondazione Italiana Diabete - ancora diverse segnalazioni da tutta Italia di società e associazioni sportive che non vogliono iscrivere ragazzi o persone con diabete di tipo 1, ma se questi soggetti non si convincono con le parole bisogna rivolgersi ai tribunali perché c’è una legge che parla chiaro”. “Quando Ludovica ci ha chiesto di organizzare quest’incontro insieme a una giornata di formazione sul campo – spiega Aurelio Agnusdei, country manager di Grenke Italia – non abbiamo avuto esitazione, è un gesto concreto nel segno dell’inclusione e della promozione di stili di vita sani che si sposa con la nostra decisione otto anni fa di sostenere una squadra di calcio femminile oltre la semplice sponsorizzazione economica”.

Diabete e sport in Italia

Durante l’evento è emerso come nelle regioni italiane dove la pratica sportiva è più elevata risulta più bassa l’incidenza del diabete che è, invece, più alta in presenza di sovrappeso e obesità ma anche di redditi bassi. Il Trentino-Alto Adige (3,6%) e la Valle d’Aosta (4,7%) sono le regioni dove c’è la minore incidenza di persone con diabete di tipo 2 ma anche le regioni con la più elevata percentuale di residenti che praticano attività sportive (Trentino AA 39,6%; Valle D’Aosta 34,4%). Al terzo posto c’è la Lombardia con un 5,2% di cittadini con diabete e quasi il 33% di persone che fanno sport. Il Molise (9,1%) e la Calabria (9%) sono, invece, le due regioni con il tasso maggiore di diabetici e la percentuale più bassa di gente che pratica una qualche attività sportiva (Molise 23,5%; Calabria 19,2%).  

 

 

 

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