Atletica, doping: tolto oro olimpico 1500 a turca Cakir

L'atleta era stata scagionata dalla Federazione nazionale, ma la Iaaf aveva fatto ricorso
Atletica, doping: tolto oro olimpico 1500 a turca Cakir© Reuters

LOSANNA - Il Tas ha tolto alla turca Asli Cakir l'oro olimpico vinto a Londra 2012 nei 1500 metri e quello degli Europei dello stesso anno. Il tribunale dello Sport ha dato quindi ragione alla Iaaf che accusava l'atleta, ora squalificata per 8 anni, di aver manipolato il proprio sangue. A inchiodaree la Cakir è stato il "passaporto biologico". In un primo momento la sua federazione nazionale l'aveva scagionata, ma la Iaaf aveva fatto ricorso.

L'ACCORDO - Quello tra la Iaaf e Asli Cakir Alptekin è stato un accordo, che oggi il Tas ha ratificato, dandone notizia. L'atleta ha accettato di restituire le due medaglie d'oro (Olimpiade ed Europei) vinte in gare sui 1500 metri nel 2012 e i diecimila dollari ricevuti come premio per il terzo posto ai Mondiali indoor sempre nel 2012. Tutti i risultati che ha ottenuto fra il 29 luglio 2010 e il 17 ottobre del 2012 sono stati cancellati. La 29enne turca ha anche accettato la pena di 8 anni di squalifica, che in pratica la esclude dal mondo dell'atletica. Le è stato comminato il massimo della sanzione, che è appunto di 8 anni, in quanto era recidiva: era già stata sospesa per due anni dopo la positività per steroidi anabolizzanti ai Mondiali Junior del 2004. Cakir Alptekin era stata messa sotto inchiesta per i valori anomali del sangue riscontrati con il metodo del passaporto biologico, e nel gennaio 2013 era stata preventivamente sospesa. Ma nel dicembre dello stesso anno la sua federazione l'aveva scagionata, decisione contro cui la Iaaf aveva fatto appello. La vicenda si era poi trascinata fino al Tas di Losanna.

GIUSTIFICAZIONI - In una nota diffusa oggi, il Tribunale di arbitrato dello Sport spiega che la mezzofondista «non ha saputo fornire spiegazioni convincenti per queste sue anomalie e non ha potuto ribattere alle osservazioni della Iaaf secondo cui erano frutto di manipolazioni del sangue». In un primo momento l'ormai ex olimpionica aveva provato a spiegare le anomalie con il fatto di essersi più volte allenata in altura, ma queste sue affermazioni non erano state ritenute convincenti.

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