Russia, si dimette il direttore dell'agenzia antidoping

Ramil Khabriev si è dimesso dal ruolo che ricopriva dal 2010, intanto Francia e Spagna finiscono sotto la lente d'ingrandimento della Wada
Russia, si dimette il direttore dell'agenzia antidoping© EPA

MOSCA (RUSSIA) - Si è dimesso il direttore dell'agenzia antidoping russa (Rusada), Ramil Khabriev, che guidava l'ente dall'estate del 2010. Un mese fa la Iaaf ha sancito la "sospensione temporanea" e senza limiti di tempo della federatletica russa per lo scandalo doping: una decisione che mette a rischio la partecipazione della Russia alle olimpiadi di Rio. Intanto il Cio lancioa l'ultimatum a una serie di Paesi - tra i quali Francia, Brasile, Kenya, Ucraina e Spagna - che non rispettano i parametri dell'agenzia mondiale Wada. "Si mettano in regola entro il 18 marzo 2016 - ammonisce il comitato olimpico internazionale - e intervengano anche i governi".

Per rimettersi in riga con le normative Wada vigenti il Cio ha sottolineato che sta "esortando i governi di Andorra, Argentina, Bolivia, Israele, Russia e Ucraina, le cui Organizzazioni Nazionali Antidoping (Nado) sono state dichiarate non conformi dalla Wada, di intraprendere con la massima urgenza tutte le misure necessarie per riguadagnare credibilità. E monito anche ad altri paesi come Belgio, Brasile Grecia, Messico, Spagna e Francia "i cui Nado sono stati temporaneamente dichiarati non conformi, di mettere in atto tutte le misure necessarie atte a garantire la conformità entro il 18 marzo 2016". Una corsa contro il tempo per la Francia che ospiterà il prossimo europeo di calcio, e che è candidata con Parigi per le Olimpiadi del 2024: le norme del Cio sono chiare, chi non rispetta il codice Wada non può organizzare eventi internazionali, tanto meno i Giochi olimpici. Il Cio ha ribadito la sua politica di tolleranza zero nell'ambito della tutela degli atleti puliti. "I governi - sottolinea il Cio - che lavorano al fianco della Wada, devono sostenere questa riforma, sia logisticamente che finanziariamente". Quanto alle sanzioni andrebbero centralizzate al Tas così da avere un'omogeneità di sentenze per tutti gli sport e in tutti i paesi. Un passo importante secondo il Cio per rendere il sistema antidoping trasparente, snello e armonizzato "in modo da tutelare gli atleti puliti e rafforzare la credibilità dello sport". L'obiettivo è avere a regime questo sistema indipendente ai Giochi olimpici invernali del 2018. Ma già a partire da Rio alcune novità saranno in vigore e il ruolo centralizzato della Wada si farà sentire. 

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