Gli sciacalli non ululano più contro Jacobs

Gli sciacalli non ululano più contro Jacobs© EPA

Il tempo è galantuomo, dicono. Anche se la regola non è sempre valida: il pensiero corre alla scandalosa manipolazione delle provette di cui è stato vittima Alex Schawzer, scippato di due Olimpiadi dal sistema sportivo che in modo ignobile ha ignorato la sentenza del Tribunale di Bolzano («Accusa di doping archiviata per non avere commesso il fatto»). E come non pensare al caso di Kamila Valieva? La quindicenne pattinatrice russa è stata ammessa dal Tas ai Giochi di Pechino, nonostante il 25 dicembre e l’8 febbraio sia stata trovata e ritrovata positiva alla trimetazidina, principio attivo del Vastarel, farmaco che porta più sangue al cuore, dalla Wada considerato doping pesante perché migliora la prestazione, offre un vantaggio iniquo rispetto agli avversari e fa male alla salute di chi è sano. Ieri, 18 febbraio 2022, lo stesso Tas che ci mette sempre troppo tempo a decidere, dopo 200 giorni esatti ha squalificato la staffetta 4x100 della Gran Bretagna, revocando la medaglia d’argento nella storica gara vinta dall’Italia di Lorenzo Patta, Marcell Jacobs, Eseosa Desalu e Filippo Tortu il 6 agosto 2021. La decisione è stata presa in seguito alla positività al doping del primo frazionista, Chijindu Ujah. L’argento è stato assegnato al Canada e il bronzo alla Cina.

La medaglia della vergogna, invece, è andata agli sciacalli inglesi - i più numerosi, a ruota americani e financo qualche francese - che dopo il doppio trionfo di Marcell Jacobs hanno rosicato amaro, sputando veleni e sospetti sull’azzurro. In inglese, i rosiconi si chiamano sore losers. Ora gli sciacalli non ululano più, ma, naturalmente, i media che hanno cercato di gettare schizzi di fango sull’olimpionico si guardano bene dal chiedere scusa all’Eroe di Tokyo. Il quale, già il 13 agosto, ospite di Unomattina Estate, aveva dato una lezione di stile ai frustrati d’Oltremanica che il doping l’avevano nelle proprie fila: «Mi fa sorridere pensare come coloro che hanno parlato senza pensare a quel che dicono, ora devono piuttosto guardare a casa loro. Io ho lavorato tanto, mi sono sacrificato e non ho voluto dare peso a persone che non sanno quello che dicono». Il riferimento era a Chijindu Ujah, sospeso e poi squalificato perchè trovato positivo al SARM (Selective Androgen Receptor Modulator), l’S23 che aiuta la costruzione muscolare e l’Ostarine, agente anabolizzante. E vi ricordate di ciò che sibilò Fred Kerley a proposito di Jacobs, dopo essere arrivato alle sue spalle? «Non l’ho mai visto prima, non so chi sia». Come disse Enzo Ferrari: il secondo è il primo dei perdenti.

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