Atletica, Jacobs: "Carico per i Mondiali indoor, il favorito è Coleman"

Parla così in conferenza stampa l'atleta azzurro vincitore di due ori a Tokyo: "Qui vince chi sbaglia meno"
Atletica, Jacobs: "Carico per i Mondiali indoor, il favorito è Coleman"© Getty Images

ROMA - L’Italia tra le stelle mondiali. La maglia azzurra tra i big dei Mondiali indoor di Belgrado. Marcell Jacobs è tra i campioni invitati nella conferenza stampa ufficiale della World Athletics alla Stark Arena, nel sontuoso impianto della capitale serba alla vigilia della rassegna iridata e a due giorni dal super sabato dei 60 metri, distanza su cui il campione olimpico dei 100 e della 4x100 sfiderà il primatista del mondo e oro iridato in carica Christian Coleman e l’altro statunitense Marvin Bracy. “È un piacere essere qui - osserva Jacobs - esserci mi rende orgoglioso, è bello perché ricordo cosa pensavo, negli anni scorsi, quando vedevo gli atleti importanti partecipare alla conferenza stampa. È stato un lungo percorso. L’ultima volta che ho gareggiato qui a Belgrado, agli Europei indoor nel 2017, sono uscito in qualificazione nel salto in lungo nonostante fossi il favorito. Era un periodo difficile della mia carriera sportiva. Gli infortuni mi hanno fatto cambiare specialità e adesso dico che è stata una fortuna, perché quella scelta mi ha portato a conquistare due medaglie d’oro alle Olimpiadi”. 

“ANCHE LA FALSA PARTENZA È SERVITA” - Il 27enne sprinter azzurro ripercorre l’avvio del suo 2022, con l’apice del 6.49 centrato sulla pista di Lodz (terzo al mondo dell’anno dopo il 6.45 di Coleman e il 6.48 di Bracy) e quattro vittorie consecutive in finale prima della falsa partenza al meeting di Belgrado di lunedì 7 marzo: “La prima parte della stagione è stata molto interessante, ho avuto ottime sensazioni anche se non ho sfruttato al meglio le mie potenzialità - racconta Marcell - Qualche piccolo intoppo è servito per arrivare qui nel migliore dei modi, compresa la falsa partenza della scorsa settimana su questa stessa pista: meglio che succeda tutto prima, invece che nel momento che conta di più”. 

“RECORD EUROPEO DIFFICILE MA NON IMPOSSIBILE” -Sabato lo attendono i tre turni dei 60 metri: “Qui vince chi sbaglia meno, è così in generale ma soprattutto nei 60 - sottolinea il bresciano delle Fiamme Oro - Il favorito n. 1, che gioca in un campo tutto suo, è Coleman: è lui l’uomo da battere ma io cercherò di stargli il più vicino possibile e proverò a mettergli la testa davanti”. A chi gli chiede del possibile attacco al record europeo di Dwain Chambers, il 6.42 di Torino 2009, risponde così: “Ho fatto il record europeo due volte alle Olimpiadi nei 100 (fino a 9.80, ndr) ma per le mie caratteristiche il primato dei 60 è più difficile, seppur non impossibile. Grazie al bel lavoro dell’inverno e allo stimolo degli avversari si può avvicinare quel tempo. Sabato però correrò per la posizione, non con il cronometro in testa: l’ho fatto nelle ultime uscite, ho pensato al tempo e non mi ha permesso di essere sciolto al 100%. Ci saranno altre stagioni per cercare il record”.

“DOPO GLI ORI DI TOKYO CON I PIEDI PER TERRA” - “Gli ori di Tokyo mi hanno cambiato? No, credo di essere sempre rimasto con i piedi per terra - prosegue l’azzurro - Le vittorie alle Olimpiadi sono state fondamentali per una crescita personale, mi hanno dato consistenza e ulteriori motivazioni. Ho voglia di fare ancora di più e di dimostrare ancora tanto, non agli altri ma a me stesso. Certamente mi sono goduto tutti quei momenti che ho vissuto dopo Tokyo: la Formula 1 è una delle mie più grandi passioni e simulare la partenza di fronte alle auto schierate in griglia è stata un’emozione fortissima, come pure gli incontri con il presidente Mattarella e il premier Draghi. Ma sono rimasto sempre focalizzato sulla stagione che mi attendeva, su Belgrado, sui Mondiali di Eugene e sugli Europei di Monaco di Baviera. Dopo Tokyo ho staccato per ricominciare ad allenarmi prima degli altri e prepararmi alla stagione indoor, fondamentale per migliorare nella prima parte di gara, la fase in cui perdo di più rispetto agli altri”. 

“LA NUOVA PARTENZA È STATA DECISIVA” - “La differenza tra lungo e velocità è tanta - osserva Jacobs - nel lungo bisognava correre forte e bene, quando ho deciso di spostarmi nello sprint però mi mancava l’uscita di blocchi. Fino a due anni fa la mia partenza era molto diversa: con Paolo seguivamo la storia e la tecnica che si era sempre utilizzata in Italia. Ma erano più le volte che sbagliavo, rispetto a quelle in cui riuscivo. Quindi abbiamo adattato la partenza alle mie caratteristiche, e tra il 2020 e il 2021 si è vista una netta differenza, ben sedici centesimi già nei 60 metri”. 

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