Jacobs, il Perù di Garcia e il Botswana di Tebogo

La prima giornata dei Mondiali di Eugene: dal passaggio in semifinale dell'azzurro sui 100 in 10"04 al 19enne fenomeno africano che ha corso in 9"94 sino alla marcia che ha regalato al Paese sudamericano il primo oro di sempre
Jacobs, il Perù di Garcia e il Botswana di Tebogo© EPA

TORINO - Dalla finale dell'alto conquistata con orgoglio all'ultimo salto da Gianmarco Tamberi al passaggio in semifinale dei 100 di Marcell Jacobs l'Italia esce dalla prima giornata dei Mondiali di Eugene con una sensazione di sollievo mista a un senso di fragilità.

I campioni-simbolo di Tokyo sono arrivati in Oregon incerottati e ripetersi a un anno di distanza dall'Olimpiade appare impresa ardua: la rincorsa di Tamberi è frenata da un fastidio alla gamba di stacco, mentre Jacobs convive con un problema al gluteo manifestatosi sin dalla gara d'esordio stagionale all'aperto, a Savona il 18 maggio.

Con queste premesse il 2,28 saltato in una qualificazione mattutina e il 10”04 corso in batteria (vento +0,2 m/s) sono più del minimo sindacale da parte di entrambi: sono un segnale per tutta la Nazionale, un invito a provarci in ogni caso e in ogni modo.

Quanto sia difficile e competitivo il contesto mondiale lo si è visto sin dall'inizio e, per comprenderlo, basta sottolineare un paio di risultati che enfatizzano la globalità dell'atletica dove le medaglie non sono appannaggio esclusivo di pochi Paesi dominanti: per cominciare, ad esempio, ora anche il Perù può fregiarsi di una medaglia d'oro. Merito della 28enne Kimberly Garcia, che facendo dondolare il suo piercing all'ombelico ha marciato sino alla vittoria nella 20 km realizzando la sua gara più veloce di sempre in 1h26'58” (ultimo km in 4'13”). E così dopo l'Ecuador con Jefferson Perez negli anni '90, un altro Paese sudamericano trova nella strada la propria via verso l'oro. Passando per la vittoria della Repubblica Dominica nella staffetta mista, a rimarcare il concetto di concorrenza globale contribuisce poi l'Africa: Letsile Tebogo arriva dal Botswana ha 19 anni e il suo 9”94 in batteria sui 100 (vento +,1,1 m/s; record mondiale under 20: neppure Bolt correva così alla stessa età) suona al tempo stesso come una minaccia e come una promessa, a seconda dei punti di vista.

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