"Jacobs è il più forte: ecco perché. Mi aspetto grandi cose agli Europei indoor"

Il tecnico Di Mulo, intervistato in occasione dei primi 60 metri di gara di Marcell a Lodz, non ha dubbi: "Supera gli altri sfruttando meglio il picco di velocità"
"Jacobs è il più forte: ecco perché. Mi aspetto grandi cose agli Europei indoor"

Corre Marcell Jacobs ed è come se insieme a lui debuttasse un bel pezzo d’Italia. I primi 60 metri della stagione 2023 del campione olimpico questa sera a Lodz, in Polonia, non sono importanti solo per lui, ma anche per tutta la velocità azzurra. L’effetto-Jacobs non è solamente una questione di immagine. Lo sa bene Filippo Di Mulo, il professore catanese che in Nazionale guida lo sprint e che ha portato la nostra 4x100 all’oro di Tokyo. «Dopo la trasferta in Polonia ci ritroveremo con Marcell e il suo entourage per parlare di staffetta» conferma Di Mulo.

Che cosa si aspetta da questo esordio di Jacobs?
«La prima uscita è sempre da prendere con le pinze, ma Marcell e Paolo (Camossi, il coach di Jacobs ndr) sono entrambi molto scrupolosi e se hanno deciso di gareggiare significa che la condizione è buona».

Tradotto dal punto di vista cronometrico, che tempo vedremo?
«Ritengo possa fare subito un crono sotto i 6”60. Se iniziasse con 6”58-6”57 andrebbe già bene e se dovesse andare ancora più forte allora significherebbe che è già a buon punto nella strada verso Istanbul».

In Turchia a marzo gareggerà agli Europei indoor da campione uscente e da campione anche all’aperto. Si può parlare di oro prenotato?
«A parte qualche sprinter inglese, io credo che Marcell in Europa non abbia rivali. Mi aspetto grandi cose da lui a Istanbul».

Dai 60 ai 100, che Jacobs vedremo nei prossimi mesi?
«Già nel 2022 Marcell era in grado di correre i 100 in meno del 9”80 con cui ha vinto a Tokyo. L’anno scorso faceva cose fuori norma: in aprile io stesso l’ho cronometrato in una prova sui 120 metri e ha corso in maniera incredibile. Senza infortuni o contrattempi Jacobs farà sicuramente meno di 9”80».

Un crono che basterà per l’oro mondiale?
«Sono piccoli dettagli che decidono il podio dei Mondiali, ma in questo momento al mondo non ci sono velocisti più forti di Marcell. C’è chi è alla sua altezza, ma non c’è nessuno che gli è superiore».

Cosa rende Jacobs così forte?
«Quando raggiunge il picco di velocità riesce a mantenerlo più a lungo dei suoi avversari: gli altri rallentano, lui va avanti».

Il campione mondiale dei 100 Fred Kerley ha deciso di iniziare la stagione con un 200 in Australia. Una scelta che condivide?
«No, io sono per un approccio più tradizionale alla stagione invernale che passa per i 60 indoor. In ogni caso sono convinto che Kerley non abbia finalizzato la preparazione invernale per i 200: secondo me vivrà la gara di Melbourne come un allenamento di potenza lattacida».

A proposito di 200 metri: preparando quella distanza Tortu ha perso qualcosa?
«Neppure lui si aspettava un esordio così modesto sui 60 come quello di Stoccolma, ma è un risultato spiegabile: sicuramente Pippo ha pagato tre anni di assenza dalle gare indoor».

Jacobs e Tortu rappresentano il 50% della staffetta azzurra. A cosa può puntare la nostra 4x100 per il 2023?
«Il primo obiettivo è anche il più delicato: qualificarci per i Mondiali di Budapest. Anche se siamo i campioni olimpici in carica dobbiamo ancora guadagnarci il pass e sarà tutt’altro che semplice».

Cosa rende la qualificazione così complicata?
«Sono stati cancellati i Mondiali di staffette che si sarebbero dovuti svolgere in Cina. Lì avremmo potuto giocarcela più agevolmente, mentre ora i 7 posti ancora disponibili saranno assegnati in base alle prestazioni cronometriche».

E quanto servirà per portare la 4x100 in Ungheria?
«Secondo le mie previsioni per stare tranquilli dovremo correre in 38”10. Per riuscirci organizzeremo due raduni, uno a fine marzo e uno a fine aprile, e poi ci saranno tre gare: una a Firenze il 7 maggio, una a Parigi in Diamond League il 9 giugno e poi l’ultima spiaggia, la Coppa Europa».

La 4x100 azzurra è in grado di correre in 38”10 anche senza Jacobs o Jacobs è imprescindibile?
«Me lo chiedo pure io. Fare 38”10 con una formazione priva di Jacobs è possibile sulla carta, ma serve che tutti siano al top della condizione e che i cambi siano perfetti. Avere o non avere Marcell in squadra si traduce in mezzo secondo di differenza. E non solo: in seconda frazione c’è anche la gestione di due cambi che lui fa benissimo, mentre gli altri non hanno la stessa sicurezza nel ricevere e passare il testimone. Il peso di Marcell va ben oltre un rettilineo corso veloce».

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