Maratona, Crippa all'esame Milano: "Il futuro dipende da questa corsa"

Intervista all'azzurro che debutta sulla distanza dei 42,195 km, una verifica pensando a Parigi: "Sento pressione ma ho anche tanta voglia di mettermi in gioco"
Maratona, Crippa all'esame Milano: "Il futuro dipende da questa corsa"

A Yeman Crippa piacciono le sfide. È da quando aveva pochi anni che ha sfidato il mondo arrivando dall’Etiopia da bimbo con il fratello (Neka) accasandosi grazie ai genitori adottivi Roberto e Luisa nelle Valli Giudicarie (Trento). Yeman Crippa non sapeva cosa fosse l’atletica, accudiva le mucche al pascolo. Poi ha cominciato a correre e i cromosomi del predestinato si sono visti subito. Di acqua sotto i ponti da allora ne è trascorsa molta, nel frattempo oltre a divenire l’uomo più veloce d’Italia nei 3000, 5000, 10.000 e mezza maratona, si è intascato qualche medaglia, di quelle che contano, a livello assoluto, (nella fase giovanile della sua attività, specie tra i prati, non aveva rivali), come l’oro a Monaco di Baviera nei 10mila e il bronzo nei 5mila. Ora l’aspetta la maratona. Oggi proverà i km 42,195 per la prima volta a Milano. Per preparare l’appuntamento ha vissuto 42 giorni in quota a Iten (Kenya) situato nella mitica Rift Valley.

Il suo futuro sarà nella maratona?
«Per quanto mi riguarda, la via è già indicata, in qualsiasi modo si concluda la gara. Il futuro è nelle distanze lunghe. Posso affermare, però, che dopo la maratona di Milano, la mia stagione sarà rivolta come lo scorso anno alla pista (10 mila) in proiezione Mondiali di Budapest».

Si parla di possibile nuovo primato italiano?
«Mi si chiede da più parti se sono in grado di fare meglio di quanto stabilito solo pochi giorni fa a Barcellona da Iliass Aouani con 2h07’16”. Se tutto dovesse andare come abbiamo previsto un “crono” attorno a 2h06’ dovrei riuscire a centrarlo. Avrò due “pacemakers” a disposizione, il primo Wisley Kipkemoi dovrebbe dettarmi il ritmo sino al 28° km, il secondo Laban Kiprop sino al 35º km. Spero di transitare a mezza maratona attorno ai 63’. Dal 30º km dipenderà tutto da me, dalle mie condizioni, se sarò in grado di spingere sino alla fine».

In Kenya come sono andati gli allenamenti?
«A Iten abbiamo lavorato bene senza intoppi. Quando volevo fare dei lavori in pista si scendeva a Eldoret (2200 s.l.m.), sempre, come i keniani alle prime luci dell’alba. Non mi interessa come si svilupperà la gara davanti se qualche africano decide di prendere il via con ritmi più sostenuti di certo non mi preoccupo».

Un pensiero per le prossime Olimpiadi di Parigi in maratona lo ha fatto?
«Molto dipende dalla gara di Milano, è presto per pensarci, dopo la stagione in pista ne riparliamo».

Sente la pressione della gara?
«Certamente, con il trascorrere dei giorni, un po’ d’ansia c’è, ma pure tanta voglia di mettermi in gioco. L’ho sempre fatto. Ho costruito tutta la mia vita sulle sfide».

Come mai ha scelto Milano?
«Preferisco un esordio in Italia, con persone che possano fare il tifo per me, da Trento arriveranno non meno di 30 amici, poi tutta la mia famiglia, fratelli e sorelle compresi».
Nella Milano Marathon i favori del pronostico vanno ai keniani Domic Kipyegon e Dickson Chumba, mentre tra le donne grandi ambizioni di successo per Sofia Yaremchuk che è intenzionata a battere il proprio personale di 2h25’26” (Francoforte/ottobre). Altri azzurri al via Giuseppe Gerratana, Benedetta Coliva e Laura Sugamiele. In tv su Sky Sport Arena dalle ore 10.

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