New York ha offerto ai milioni di spettatori, in tv5 e lungo il tracciato della maratona, l’ennesima spettacolare gara. Non vincono i favoriti: la keniana Hellen Obiri e l’etiope Tamirat Tola, ma la connazionale Sheila Chepkirui e l’olandese Abdi Nageeye. Il loro riscontri cronometrici non sono di quelli che passano alla storia: 2h24’35” per la vincitrice e 2h07’39” per il vincitore. Nella maratona della megalopoli americana, non ci sono i pacemaker (“lepri”), la lotta è unicamente per la vittoria, il crono finale non ha molta importanza. Il tracciato non è di certo scorrevole, ci sono salite come quelle dei Ponti di Verrazzano e di Queensboro, i saliscendi della First Avenue e il tratto finale assai ripido prima di tagliare il traguardo in Central Park. Chi vuole correre una maratona piatta e veloce, deve andare a Valencia, a Berlino, Siviglia, oppure Chicago dove meno di un mese fa Ruth Chepngetich con 2h09’56” ha abbattuto il muro delle 2 ore e 10’, tra le donne.
A Staten Island uno dei cinque distretti di New York sia Tamirat Tola che Hellen Obiri si erano presentati con le carte in regola per lasciare l’ennesimo sigillo sulla gara. Tola campione olimpico a Parigi, già primo un anno fa e pure Hellen Obiri, bronzo olimpico, nonché vincitrice del celeberrimo “double” statunitense Boston e New York. La keniana dall’andatura non di certo impeccabile, molto dispersiva e caracollante, non è riuscita nel finale ad avere la meglio della connazionale Sheila Chepkirui, mentre il naturalizzato olandese (35 anni nato in Somalia) Abdi Nageeye è stato capace di staccare Tamirat Tola al 37º km rimanendo in lotta con il keniano Evans Chebet, sino all’ingresso di Central Park. Nessuno sforzo particolare per Nageeye (terzo nel 2022) per staccare l’avversario, solo progressione e chiudere per la prima volta con un successo inaspettato. L’olandese vanta pure un argento ai Giochi Olimpici di Tokyo nel 2021 e un primato personale di 2h04’45” realizzato in primavera a Rotterdam. Molto bella la sfida tra i due protagonisti delle fasi finali della maratona, la prima parte di gara è stata sonnacchiosa con passaggi non di certo rapidi, come a mezza maratona avvenuta in 1h05’03” con un gruppo cospicuo di protagonisti, dove nessuno era intenzionato ad incrementare l’andatura.
Sia Nageeye che Chebet hanno evitato, nel finale di gara, convinti che ormai nessuno potesse raggiungerli, di prendere la testa, lottando spalla e spalla, sfiorandosi pure, sino all’attacco finale dell’olandese. Chebet ha chiuso in 2h07’45”, 3º Albert Korir (2h08’00”), Tola quarto in 2h08’12”. Era del 1996 che non vinceva un europeo, ultimo Giacomo Leone. A proposito di italiani, a parte le migliaia di concorrenti giunti dall’Italia nell’ordine di tre o quattro mila, di specialisti dei km 42,195 nemmeno l’ombra, né tra gli uomini e neppure tra le donne. «Cercheremo di valorizzare il materiale umano che abbiamo a disposizione - così di è espresso Federico Leporati responsabile del mezzofondo e fondo, ovvero riportare ai livelli che merita Yeman Crippa (tra i migliori 10/15 al mondo) e riportare ai suoi valori Eyob Faniel, poi attendiamo l’esordio di Pietro Riva (2º nella mezza maratona a Roma) che probabilmente avverrà a Valencia a dicembre. Partita anche la stagione di cross. A Levico Terme s’impongono Federica Del Buono e Sebastiano Parolini.