
Mentre Stefano Mei presidente dell’atletica azzurra predica prudenza nei confronti di Kelly Doualla, giovane che ha incantato tutti sabato ad Ancona, per un olimpionico di lungo corso qualche nube si addensa all’orizzonte. Gimbo Tamberi che è solito postare immagini e video di allenamenti, anche i più intensi nel corso della preparazione invernale, su Instagram piazza una frase assai sibillina, che può dare adito a interpretazioni non certo favorevoli a un suo rientro alle gare: “Forse è giunto il momento di prendere quella decisione...”, scritta su sfondo nero. Buio. E va sottolineato, non una decisione, ma “quella”. Cosa vorrà comunicarci l’atleta che ha vinto tutto che ha mandato in estasi milioni di persone lo scorso giugno all’Olimpico durante i campionati Europei, l’alfiere che ha viaggiato con volo privato verso i Giochi Olimpici di Parigi con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella? L’uomo che ha tenuto con il fiato sospeso tutti gli appassionati per le sue coliche renali che quasi certamente gli hanno negato un altro oro olimpico, tre anni dopo quello conquistato in coabitazione con Barshim a Tokyo, sicuramente pensa al futuro. Non in pedana. Gimbo che non tradisce mai a ogni avvenimento che conta e che nonostante tutto le controversie estive ha avuto anche il tempo di vincere un’altra volta La Diamond League, di detenere la miglior prestazione mondiale dell’alto con la misura di 2,37 (Europei).
Le scuole di pensiero
Ma le scuole di pensiero, se così si possono chiamare sono almeno due. La prima ribadita in almeno un paio di occasioni dal DT dell’atletica Antonio La Torre, durante le interviste di fine anno. “Tamberi? Salta, salta”. Ancora non si sa quando, ma ci sarà. Medesimo discorso ribadito in occasione del cross di apertura del Campaccio: “Gimbo? Sarà ancora tra noi”.
Allora per quale motivo ha annunciato che non sarà più allenato da Giulio Ciotti che due anni fa ha sostituito papà Tamberi? Per quale motivo non posta più allenamenti? L’ultimo mostrato, mentre pulisce il forno di casa…
La seconda scuola di pensiero è stata da lui nutrita in più occasioni dopo aver raccolto le ultime energie e per le esibizioni, per esempio a Rovereto (Palio della Quercia) dov’era stato accolto come meritava, riguardava le perplessità sul suo futuro. «Sicuramente devo qualcosa alla mia famiglia, ai miei amici, a mia moglie, significa dovergli del tempo, volere avere una famiglia , vivere la mia vita non sportiva. Non significa che smetterò o che non farò l’atleta con la stessa serietà ma fra farlo seriamente e come l’ho fatto negli ultimi anni ci passa tanto». E a fine Giochi aveva già detto: «Posso pensare a tutto, ma la cosa che faccio più fatica a vedere è mettere lo sport di nuovo davanti a tutto. Potrebbe essere un pensiero di adesso e cambiare domani».
Poi c’era chi ventilava un suo avvicinamento (ingresso) in Federazione, non come tecnico, ma come uomo immagine. Tutte supposizioni naufragate quando si sono visti i nomi nel nuovo organigramma della Fidal. Gimbo potrebbe essere un ottimo capitano non giocatore, un motivatore nella nazionale. Il suo carisma, la forza di volontà potrebbero essere un’arma in più per i più giovani, proverbiali pare siano le sue esortazioni agli azzurri prima di ogni avvenimento internazionale che vede la nazionale al completo (leggi Coppa Europa, Europei, Mondiali). Sabato scorso era al PalaCasali di Ancona più capelluto e barbuto del solito, seguiva a bordo pista le evoluzioni di Matteo Sioli. Siccome tutti conosciamo Gimbo, tutto resta possibile. Nei prossimi giorni potrebbe iniziare a mostrarci sedute di allenamento che per ora ci ha tenute nascoste.