Mattia Furlani: "All'assalto di Roma e Parigi"

La speranza azzurra del lungo, parla degli obiettivi per il 2024 e del lavoro che sta svolgendo per ottenere risultati di prestigio
Mattia Furlani: "All'assalto di Roma e Parigi"© Getty Images for European Athletics
Non è una più una promessa, ma una certezza. Nonostante i suoi 18 anni, (19 il prossimo febbraio) Mattia Furlani è ormai entrato nell’orbita della Nazionale, non solo in quella under 20 dove ha già mietuto più di un successo, come l’Europeo under 20 di Gerusalemme in agosto con 8,04, ma in quella assoluta, visto il suo secondo posto a Chorzow (Coppa Europa) dietro al pluricampione il greco Tentoglu. Un ragazzo che sa benissimo quali sono le aspettative che incombono su di lui, che sono uno sprone, uno stimolo per iniziare bene una stagione che lo vedrà quasi certamente protagonista nel salto in lungo, l’alto dove ha un primato personale di 2,17, per ora nel dimenticatoio. In questo periodo il reatino è di stanza a Formia in raduno con gli altri azzurri, è parso molto determinato per la stagione che inizierà tra non molto. Il focus è concentrato su tre obiettivi primari: Europei di Roma, Giochi Olimpici di Parigi e Mondiali under 20 di Lima a fine agosto. «Mi sono inculcato nella mente gli obiettivi primari del 2024 - così esordisce Mattia -, lavorerò per le gare al coperto. Lo dico subito,non molte uscite, tre o quattro al massimo, ovvio che tra queste comprendo gli Assoluti di Ancona di febbraio, con l’intento poi di arrivare a scendere in pedana ai Mondiali sotto tetto di Glasgow di inizio marzo».  

 

 
Quale sarà prima uscita all’aperto? 
«Mi hanno contattato da Savona, dove lo scorso anno su quella pista magica sono atterrato nella sabbia a 8,44, peccato per quella bava di vento superiore alla norma (+2,2). Esordirò il 15 maggio sulla Riviera Ligure di Ponente. Questo il primo passo verso gli Europei». Il volo di Mattia quel giorno è stato il salto più lungo della storia per uno junior, in ogni condizione, precedentemente il lungo più “ventoso” 8,40 era di Kareeem Streete Thompson nel’91 meglio ancora di Carl Lewis 8,35 
 
Parliamo allora di Roma 2024. Sappiamo che ha già calpestato la nuova pista. 
«Sì, una settima fa ho assistito all’Olimpico a tutto il riscaldamento della Roma a bordo pista, un’eccitazione vedere i giocatori della squadra per la quale tifo da due passi. Poi, ovvio, la partita contro la Fiorentina l’ho seguita in tribuna. Sarà un’emozione fortissima quando scenderò in pedana all’Olimpico nel prossimo giugno. Se dovessi dare un valore all’impegno da uno a 10, arriverei addirittura a quindici, visto che gareggerò davanti a chi mi conosce, nella mia Regione. Già me lo sogno». 
 
Poi Parigi? 
«È l’altro mio obiettivo primario». 
 
È cambiato qualcosa nel suo allenamento? 
«Sì, tengo sempre presente i 16 passi prima dello stacco, sto lavorando per migliorare le frequenze per entrare, come si dice in gergo più veloce, prima di atterrare nella sabbia». 
 
La segue sempre mamma? Lo scorso anno si era parlato anche di una sorta di supervisione da parte di Paolo Camossi. 
«Sì, mamma Kathy è la mia allenatrice, papà Marcello una sorta di supervisore. Di Paolo se n’era parlato, ma alla fine non è stata presa alcuna decisione». 
 
Lei ha un personale di 10”64 nei 100 che risale al 2021, ora pensa di essere più veloce? 
«Certo. Non avrei ottenuto certi risultati se non lo fossi». 
 
Ha intenzione di provarli quest’anno? 
«Perché no». 
 
Qual è lo specialista che più l’ha affascinato nel salto in lungo? 
«Ivan Pedroso, su tutti, poi ovvio Carl Lewis». 
 
Che rapporto ha con gli altri azzurri? 
«Splendido con il capitano della nazionale Gimbo Tamberi. Non lo guardo come atleta, lo osservo come se fosse un dio, è il mio idolo, ha carisma e mentalità che ispira tutti noi in maglia azzurra. Mi trovo molto bene anche con Larissa Iapichino, atleta vera e leale, i risultati che ha raggiunto lo dimostrano». 
 
Il primato italiano di Andrew Howe di 8,47 è stato realizzato a Osaka nel 2007, una misura certamente alla sua portata dopo 8,24 di Hengelo lo scorso giugno. 
«Tutto il lavoro al quale mi sto sottoponendo deve portare a questo». 
 
La sua giornata tipo in questo periodo? 

 

«Seguo i corsi dele liceo scientifico sportivo, quarto anno, on line. Poi mi alleno, tutto qui». 
 
Materia preferita? 
«Scienze». 
 
Ha una ragazza? 
«Sì. Si chiama Giulia Colonna, atleta da 11”84 nei 100, abita a Roma, io a Rieti e nei week end avanti e indietro per vederci». 
 
Sua sorella Erika? 
«Mia sorella che è specialista dell’alto, più volte ha superato 1,90, spero che si possa vestire insieme la maglia azzurra a Roma».

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