Per chi ha fatto della mezza barba un marchio identitario, il giorno dopo la gara è quello in cui presentarsi sbarbato e sorridente. Così appare Gianmarco Tamberi a Casa Italia, il quartier generale della squadra azzurra, diciannove ore dopo la notte terminata con l’irrituale e gioioso bacio al presidente della Repubblica. Oggi Gimbo ritroverà Sergio Mattarella in un contesto molto più formale, al Quirinale, per ricevere insieme ad Arianna Errigo la bandiera da portare nella cerimonia inaugurale dei Giochi Olimpici. Prima di parlare di Parigi, c’è da tracciare il bilancio di Roma, di un Europeo che termina col presidente della Fidal Stefano Mei che si spinge a collocare Tamberi ai massimi livelli dello sport italiano, paragonandolo a Pietro Mennea. E poi ci sono i numeri: la finale dell’alto ha calamitato quattro milioni di italiani (tra Rai e Sky) davanti alla tv.
Soddisfatto di quello che è riuscito a suscitare?
«È stato tutto magnifico. Io però sarò davvero contento solo se vincerò le Olimpiadi».
Incontentabile.
«Sono onesto. Questo è il grande obiettivo per cui lavoro da anni e per cui sacrifico tutta la mia vita: fare qualcosa che nessuno ha mai fatto, vincere due medaglie d’oro di fila nel salto in alto».
A proposito di oro olimpico, ha sentito Barshim (oro con Tamberi a Tokyo ndr) in queste ore?
«Ho il telefono intasato e non ho ancora avuto il tempo di guardare. Lo faccio ora, qui… Ecco il messaggio di congratulazioni di Mutaz. Non avevo dubbi! Ci siamo sentiti anche prima della gara».