Il Capo dello Stato si è ritrovato testimone dell’edizione più esaltante di un campionato europeo per la bandiera azzurra
Xavier Jacobelli
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«Ho commesso un’infrazione alla prassi di protocollo del Quirinale, andando una seconda volta al medesimo evento, gli Europei di atletica. Ma vi assicuro che ne valeva la pena». Parola di Sergio Mattarella, il più sportivo presidente nella storia della Repubblica. Il Primo Italiano è anche il Primo Tifoso, capace di interpretare nel modo migliore la passione per lo sport senza perdere mai l’occasione per testimoniarla, esaltandone i valori assoluti. Nella doppia e senza precedenti serata all’Olimpico, il Capo dello Stato si è ritrovato testimone dell’edizione più esaltante di un campionato europeo per l’atletica azzurra, diapason dell’entusiasmo presidenziale assecondato dagli spettatori in delirio per gli 11 ori, i 9 argenti e i 4 bronzi che hanno reso eccezionale il bilancio finale, prefigurando rosei orizzonti olimpici. In un contesto di generale euforia, la presenza di Mattarella e il modo con cui ha vissuto momenti così emozionanti hanno galvanizzato gli atleti, le atlete e il pubblico, quello fisicamente presente e quello inchiodato davanti alla tv dove Rai Due registrato picchi d’ascolto straordinari (3 milioni 506 mila spettatori nella serata conclusiva, share 18%).
L'effetto Mattarella
È prezioso e corroborante l’Effetto Mattarella: dai calorosi abbracci con Tamberi e poi con Jacobs, Battocletti e gli altri medagliati che, a uno a uno, sono saliti in tribuna d’onore dopo i loro exploit, avvolti nel tricolore, alla cerimonia di consegna della bandiera nazionale allo stesso Tamberi, ad Arianna Errigo, Luca Mazzone e Ambra Sabatini, alle parole che il Presidente ha riservato loro, in un crescendo di complimenti mai affettati e di genuino sostegno all’Italia Team in avvicinamento ai Giochi di Parigi. Alcuni autorevoli osservatori delle vicende quirinalizie hanno accostato la partecipazione di Mattarella ai campionati di Roma 2024 alla presenza di Sandro Pertini al Bernabeu la sera dell’11 luglio 1982, scatenato tifoso dell’Italia di Bearzot campione del mondo.
La promessa di Tamberi
La verità è che, rispetto all’indimenticabile predecessore, Mattarella è decisamente un presidente polisportivo, capace di svariare a tutto campo: limitandoci al’ultimo anno, la cronaca dei suoi impegni ha registrato la festa quirinalizia per gli Eroi della Davis, Sinner in testa; le finali dei mondiali di scherma; la finale romana dell’Europeo di volley, quando il presidente consolò De Giorgi e gli azzurri sconfitti dalla Polonia; l’udienza riservata ad Atalanta e Juve prima della finale di Coppa Italia, con il messaggio di solidarietà agli arbitri; l’incontro con la federazione sport invernali, Goggia e Brignone in prima fila, sino agli Europei di atletica. Le Olimpiadi si avvicinano a grandi passi. Tamberi, il fantastico Tamberi, ha fatto una promessa al suo Primo Tifoso: «Le do la mia parola che faremo di tutto per sorprendervi e rendere orgoglioso lei e tutti gli italiani, lottando sempre fino in fondo. Le prometto che mai ci faremo schiacciare dalla paura di non farcela». Sapendo che il 26 luglio, durante la cerimonia d’apertura dei Giochi, per la prima volta non in uno stadio, ma lungo la Senna, quando passerà davanti alla tribuna autorità, Gimbo incrocerà lo sguardo di Mattarella. Gli porterà fortuna, come a Roma.