Mondiale juniores. La galoppata azzurra dà spettacolo a Casablanca

L’Italia del volo conquista 4 medaglie d’oro ed una di bronzo. A Roma i campionati nazionali giovanili, una festa delle speranze della raffa
Mondiale juniores. La galoppata azzurra dà spettacolo a Casablanca

L'orchestra Giovane Italia ha suonato boccismo da sinfonia al concerto mondiale di Casablanca, dove si sono celebrati i campionati juniores iridati. Nella metropoli magrebina, quattro medaglie d'oro, su sei in palio, ed una di bronzo, hanno scavato nel cuore della rassegna mondiale, il solco della schiacciante superiorità azzurra. Il medagliere è inflessibile nella sua eloquenza numerica: salvo il secondo posto della Croazia (un oro, un argento, due bronzi), premia le futuribili Tunisia (terza con oro e bronzo), Algeria (quarta con due argenti), Monaco (quinta con argento e bronzo), Cile (sesta insieme alla Slovenia, con un argento ciascuna), Argentina (settima con quattro bronzi), mentre castiga impietosamente la Francia, ultima con tre bronzi. Come ha sottolineato il nostro citì , Piero Amerio, ancora euforico per il trionfo italiano: ”Si è concluso un mondiale che ha ribadito l'ulteriore crescita tecnica delle nazioni emergenti, se è ancora il caso di chiamarle così. Quanto a noi, non posso che esprimere tutta la mia gioia per il bilancio azzurro. E dirò di più: a coppie potevamo conquistare un metallo più prezioso. Nel complesso, la soddisfazione per aver visto i ragazzi dare il massimo.”

E il massimo lo hanno ottenuto gli under 18. L'effetto dirompente della loro azione si è concretizzato in un tris d'oro. Sono stati Matteo Mana (foto) e Stefano Aliverti, inedita coppia di staffettisti, a regalare all'Italia il primo alloro. In qualifica lo score di 46/60 stabilito dai francesi Perrault e Bonnet Ligeon, aveva provocato stupore e apprensione. Il 37 su 47 degli azzurri, però, è lievitato subito a 45/55, e poi 46/58, 51/59 che ha preceduto il 47/60 utile a sottrarre l'oro agli sloveni Svara-Povh (43/57). Bronzo per i francesi e i croati Nacinivic-Coric . Aliverti, corridore del Veloce Club nel campionato di Promozione, ha esordito col botto nella rassegna iridata. “Sono felice per il titolo. Il mio obiettivo era quello di ottenere un grande risultato. Ci sono riuscito.”

Il tiro di precisione in avvio si era tatuato dei segni migliori del nostro Simone Ariaudo (21) e dell'italo-monegasco Gianni Bresciano (20). Ancora loro i punteggi più alti nel prosieguo (32 e 24), ma nella decisiva sfida a quattro l'azzurro ha riscattato Chieri (argento nel combinato) mettendo in fila con 31 punti l'algerino Beltayef (21), il citato Bresciano (17) e il croato Nacinivic (15). “L'aver realizzato quei punteggi – ha detto l'airone dell'Auxilium Saluzzo – mi ha fatto affrontare la finale in tranquillità. A due tiri dal termine della prova ero già campione. Un mondiale perfetto, un sogno realizzato.”

E' stato Matteo Mana a completare il trittico d'oro dell'under 18. Il centallese, reduce dal campionato cadetto con la maglia della Borgonese, non ha forzato nella qualifica del progressivo (29/37). Quando però si è trattato di superare gli ottavi ha subito messo le carte in tavola calando un 40 su 44, un bersaglio in meno del transalpino Valentin Perrault. Nei quarti di finale si sono mantenuti tutti al di sotto dei 40 (Mana 36 su 48), in attesa della volata. Volata che ha visto svettare il nostro Matteo (40/48) davanti al croato Ivan Coric (39/46), al francese Perrault (ancora bronzo per lui con 34/47) e l'argentino Lucas Hecker (32/46). La successiva corsa a due , ha consegnato all'azzurro lo scettro della specialità grazie allo score di 44/48, contro i 35/46 del croato. Per il golden boy Mana:” Due ori, due risultati meritati. Senza dubbio sono arrivato al momento giusto nelle condizioni ideali.”

Cerchio d'oro per il veneto Giacomo Ormellese. L'under 23 della Noventa di Piave, nel combinato ha respinto sia gli assalti di Fayad (Libia) e l'ostico Demarco (Argentina), sia la febbre a 38. Poi è stata la volta di El Ghofrani (Marocco) e in semifinale il tunisino Chouchane. A contendergli il titolo si è presentato Gianni Bresciano e, come ha sottolineato Ormellese: ”Non è stato un match facile. Dopo il settimo tiro lui era in vantaggio di un punto, ma nel successivo ha commesso tre errori in bocciata e mi è bastato gestire la situazione per il 22-21 finale. ”La coppia Simone Mana-Stefano Zucca, dopo l'euforico successo ai danni dei francesi Cazorla-Leiva Marcon (9-8), è crollata (13-3) in semifinale per mano dei cileni Munoz-Barbano (oro per i tunisini Chouchane-Khmiri), mentre nell'individuale, lo stesso Mana si è dovuto arrendere nei quarti al futuro campione del mondo, il croato Pero Cubela (13-3).

CAMPIONATI NAZIONALI JUNIORES RAFFA

Lo sport è fatto di storie. Sempre. Belle o brutte non fa differenza, se non per chi le vive. Nel settore giovanile, con tutti quei progetti di atleti e la loro voglia di vivere, giocare e vincere, l’aspetto umano si moltiplica a braccetto con quello agonistico. Anche quando poi magari si piange un po’, per gioia o delusione.

Al Centro Tecnico Federale di Roma il “miracolo” si è rinnovato puntualmente anche nell’edizione 2015 dei Campionati nazionali juniores. 16 campi per due giorni ricolmi di passione sportiva genuina per le bocce. Piange per esempio Flavia Morelli, al suo primo titolo italiano nella categoria under 18 femminile. L’immagine impressa è davvero singolare, con la sconfitta e già titolata Martina Ceriani che invece sorride e l’abbraccia quasi a volerla consolare di aver vinto. La marchigiana era arrivata anche lo scorso anno in finale, ma si era dovuta arrendere allora a Elisa Fanicchi. La milanese Ceriani, una delle due sorelle di livello del boccismo nazionale, completa così, con un altro risultato di rilievo, il suo percorso giovanile. La prossima stagione sarà la benvenuta nelle categorie senior. Tre set tesi e combattuti, poi l’esplosione gioiosa benché lacrimante. Scherzi dell’emozione.

Sorride invece il sempre freddo e lucido Mattia Visconti, anch’egli lombardo. In campo una maschera di concentrazione quasi inespressiva. Di titoli italiani con questo ne ha vinti tre, più un europeo a squadre, eppure stavolta è felice in maniera diversa. Probabilmente non maggiore, ma diversa. Perché il toscano Niko Bassi poteva vincere a sua volta e non ci è riuscito. Troppi errori in bocciata e anche un pizzico di sfortuna. Sembrava poco concreto Mattia, ma alla fine ha vinto lui. Altri tre set rocamboleschi e pieni di pathos, e un secondo individuale u18 diventa suo. Se al mancino di Montecatini, magari negli spogliatoi, qualche lacrimuccia (giustificatissima) è scappata, non si sa.

Poi c’è Pasquale Sequino, il dodicenne di Napoli tanto piccolo quanto forte e pieno di energia. Lui non piange affatto e il titolo u14 è suo. Marco Principi, di Pesaro, più grande e navigato, probabilmente il favorito della categoria, ci prova a fermarlo, soprattutto nel primo set, ma poi è costretto a capitolare. Baci e abbracci per il campioncino campano che appena finisce comincia a rispondere felicissimo via smartphone a tutti i suoi nuovi ammiratori, familiari e non. Gioia condivisa versione 2.0.

Le lacrime tornano a scorrere di nuovo per Alessia Valenti di Macerata. Coinvolgenti. Grandi e piccini si contagiano, dirigenti, accompagnatori e compagni di squadra. Terzo set anche per lei, contro la determinatissima Ilaria Treccani di Brescia, nella finale dell’individuale u14 femminile. Si rifilano prima un 8 a 1 ciascuna, poi il terzo è tiratissimo fino all’8-6 conclusivo a favore di un’altra marchigiana presente nelle fasi finali.

Nelle prove di coppia e terna si cambia un po’ registro. Più esultanze e salti che lacrime. Almeno per quanto si è visto pubblicamente. Due set combattuti e in rimonta consentono a Stefano Bonizzi e Tommaso Gusmeroli di vincere il loro primo titolo u18 a coppia, contro Francesco Campisi e Antonio Veloce di Cosenza. Bonizzi, al suo ultimo anno, si “vendica” della finale individuale persa contro Michieletto nell’edizione precedente. Gusmeroli potrà riprovarci anche nella prossima stagione.

Stile e voglia invece nella coppia dei più piccoli, nella quale la spuntano i romani Manuel Costanza e Alessio Papagno. Terzo set contro i cagliaritani Alberto Mereu e Enrico Anedda, dopo aver perso il primo. Vederli giocare è uno spasso autentico. E poi arriva la terna u18, l’ultima per tempi come spesso normale, ma non per emozioni. Ancora tre set lunghi, snervanti, duri. Poi il trionfo. I tre moschettieri salernitani prevalgono sulla formazione di Verona. Giuseppe Bisogno, piccolo bocciatore dal sottomano terribile e dal carattere freddo, malgrado fosse il più giovane della sua squadra, chiude di fatto il terzo set, impostato dal puntuale Pasquale D’Amore in accosto, e perfezionato da Gerardo Gioiella mediano. Andrea Busato, Davide Fiorini e Enrico Parolo cedono calando nel finale, ma di certo non si può dire che non ci abbiano provato, aggiudicandosi il set d’apertura.

A questo punto arrivano i numeri, dati oggettivi dai quali è sempre bene trarre ispirazione o semplicemente su cui riflettere. Nelle sette finali disputate 4 erano le formazioni della Lombardia in gara, 3 delle Marche, 2 della Campania, 1 della Calabria, Sardegna, Toscana, Veneto e Lazio. Se si considerano invece i primi quattro piazzamenti, il quadro cambia. Le Marche infatti portano ben 9 formazioni in semifinale, la Lombardia 7, il Lazio 4, la Campania e il Veneto 2, 1 l’Umbria, la Calabria, la Sardegna e la Toscana. Il medagliere però, alla fine, recita così: 2 titoli e 2 secondi posti per la Lombardia, 2 titoli e 1 secondo posto per le Marche, 2 titoli anche per la Campania, 1 per il Lazio e 1 secondo posto ciascuno per Toscana, Calabria, Veneto e Sardegna. Appuntamento alla prossima edizione. Ad maiora!

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