Tricolori volo. Grosso e Venturini le star del tiro

Nella Coppa Italia raffa Perugia domina le corsie di Roma. E’ il secondo titolo per gli umbri. Ad Augsburg, in Germania, gli azzurrini della raffa mettono inriga i big europei
Tricolori volo. Grosso e Venturini le star del tiro

Portano la firma di Daniele Grosso e Virginia Venturini gli ultimi due titoli nazionali del volo del 2015. Nella cuneese Niella Tanaro, ai due atleti accomunati dal segno dell'acquario e divisi da un anno di età (27 lui, 26 lei) è andato rispettivamente l'oro della precisione e del progressivo.

Per l'eclettico portacolori della Brb, passato dal tappeto dorato della staffetta a quello altrettanto prezioso della precisione (due record mondiali e tre titoli nazionali, questo compreso), il successo arriva quasi a riscattare un avvio di stagione non proprio all'altezza del talentuoso torinese. Sui campi della Niellese, arbitro Pescetto, la prima setacciata ha esaltato Gigi Grattapaglia. La giovane stella della Perosina è salito a quota 34 mettendosi alle spalle Simone Ariaudo della Ferriera (30 punti), Omar Pesce del Belluno (30), Alessandro Longo della Perosina (24) e lo stesso Grosso (22, come Guaschino della Stazzanese). Nel successivo turno a 16 tiratori, usciva di scena proprio Grattapaglia, non andato oltre la soglia dei 15 punti, mentre a Grosso, sornione, ne sono bastati 20 per entrare negli otto. E qui Daniele ha rischiato di non salire sul podio. Qualificati infatti Pesce con 28, Longo con 22 e Alessandro Porello della Noventa con 16, il giocatore della Brb si è fermato a 14 come il campione in carica, Claudio Gassino. Nello spareggio Grosso ha potuto accedere alla finale a quattro superando il portacolori della Nitri per 22 a 16. Il 22 si è rivelato ancora il numero vincente sulla ruota di Daniele che non ha trovato uno migliore di lui fra Porello (secondo dopo lo spareggio a quota 20 con Pesce, per 15-7) e Longo (18).

E' rimasta ancora lei la regina indiscussa del tiro progressivo. L'udinese Virginia Venturini della Buttrio ha fatto poker con il quarto titolo consecutivo della specialità. Nella sfida conclusiva si è trovata a dover rintuzzare colpo su colpo alla diciassettenne Serena Traversa. Ha prevalso grazie a 38 bersagli colpiti su 44 bocciate tirate, mentre la giovane portacolori dell'Auxilium Saluzzo è arrivata a 35 su 42. Per la medaglia di bronzo sono salite sul podio la valdostana della Zerbion, Gaia Falconieri, e la valbormidese de La Boccia Carcare, Federica Negro.

COPPA ITALIA SENIOR RAFFA

A 33 anni di distanza Perugia bissa, centrando la competizione per comitati provinciali più importante delle bocce sintetiche: la Coppa Italia. Gli umbri si erano infatti già aggiudicati la prima edizione dell’82. Sgombriamo subito il campo: ok, il primo turno con Pistoia, che poteva essere tosto, non c’è stato, perché i toscani non si sono presentati, decimati da infortuni e problemi vari. E va bene, anche al secondo è arrivata la formazione meno pronosticabile per via di un’altra assenza. Ma alla fine, numeri alla mano, in 5 incontri sostenuti (il sesto, non giocato, statisticamente non conta) i grifoni lasciano ai rivali 3 set totali in tre giornate di gioco. Qualcosa dovrà pur significare. Gli umbri giocano bene e con costanza di rendimento, mostrando sprazzi di bel gioco cristallini.

Schiacciamo il tasto rewind. Il torneo inizia venerdì pomeriggio, e dopo una ventina di minuti il team perugino torna vittorioso alla base per via della sopra citata mancanza di contendenti. Non male come inizio. In serata li attende Trento, non certo uno scoglio insuperabile per la compagine del Tecnico Omero “braccio d’oro” Fanali, ma mai sottovalutare l’impegno e la squadra umbra non lo fa. 5 set a 0 e arrivederci agli ottavi del giorno dopo. Sabato mattina l’avversario è di nuovo toscano ma stavolta c’è: Firenze. 5-1 senza patemi e via spediti verso i quarti del pomeriggio. Ad aspettare, i campioni in carica di Reggio Emilia che però hanno passato un terribile ottavo di finale contro Verona, e soltanto ai pallini (i rigori del calcio) hanno prevalso sugli abruzzesi. Gli emiliani vorrebbero impensierire Perugia tuttavia il meglio lo hanno già dato e appaiono un po’ svuotati. 5-0 anche in questa occasione e semifinale acquisita. Altro giro altra corsa, e stavolta nel mirino c’è Salerno. Nessuna compagine campana ha mai conquistato il trofeo, la rosa però è competitiva e legittimamente ci crede. Ma i perugini sono concentrati e uniti, con una presenza in campo e una lucidità da sfiorare quasi la saggezza. 5-1 ancora una volta e porte della finale nel pomeriggio spalancate. L’ultimo ostacolo è Treviso, tra le favorite sin dal sorteggio, quando le squadre ai blocchi di partenza erano 64. I veneti hanno nomi pesanti fra le proprie fila come Pasquale D’Alterio, Pietro Zovadelli e Giuseppe Pappacena, nondimeno Perugia sa il fatto suo. Inoltre, i trevigiani arrivano da una semifinale serratissima che ha bruciato loro preziose energie nervose. Per battere L’Aquila di super Formicone infatti, c’è stato bisogno addirittura di un pallino colpito a oltranza. E di solito alla lunga anche questo conta. La partita inizia e sin dal primo turno l’aria che tira sulle corsie del CTF di Roma è palese. Luca Santucci, in un duello tra mancini talentuosi, doma in tutti e due i set Zovadelli, falloso in bocciata. Nel campo adiacente Stefano Maccarelli, puntista, Luca Brutti, capitano e mediano e Raffaele Tomao, bocciatore capitolino approdato al comitato umbro da poco, battagliano di più contro D’Alterio, Mirandola e Pappacena. Ne viene fuori un 3-1 all’intervallo che se non è un’ipoteca sul risultato finale, è comunque un’ottima strada imboccata per arrivarci.

Il gioco riprende, ma la musica non cambia. Brutti e Santucci vanno forte, soprattutto il primo nel ruolo di puntista di coppia e dopo due set neppure troppo combattuti, ottengono il punto decisivo. Quando si conclude l’incontro, accanto stanno ancora giocando il primo set. Scatta l’urlo gioioso e liberatorio di sostenitori, staff e giocatori, riserve comprese. Sì, perché gli umbri eccellono anche sotto questo aspetto. Si presentano di fatto a ogni incontro in 7 anziché in 6. Ovviamente poi sul foglio gara la squadra è composta da un sestetto e il settimo va in tribuna a turno ma va bene così, senza mugugni o bocche storte. Tre di loro insieme arrivano appena a 62 anni. Sono Luca Valecchi, ternano e prima riserva nella rotazione, Daniele Pieggi e Michele Scapicchi, i due che si alternano in panca. La coppa va in Umbria, in maniera autorevole e meritoria, anche per questi motivi. “Una grande soddisfazione e un grande orgoglio riportare un titolo dopo tanti anni in un comitato così importante e al quale sono legatissimo. Doppia responsabilità e doppia soddisfazione è stata aver preso il testimone di capitano dal nostro attuale ct Omero Fanali, una leggenda delle bocce al quale devo molto nella mia vita boccistica”, commenta il giorno dopo capitan Brutti, felice ed emozionato. Dubbi sulla riuscita dell’impresa, pochi: “A essere sincero fin dai primi turni si respirava una serenità e una consapevolezza dei nostri mezzi che mi ha sempre reso ottimista. Incontro dopo incontro cresceva quasi la certezza che non potevamo perdere. Per le nostre doti tecniche, certo, ma soprattutto per i grandi valori morali che ci hanno reso un gruppo unitissimo e coeso”.

QUADRANGOLARE INTERNAZIONALE AUGSBURG

Mentre a Roma andava completandosi la 34esima Coppa Italia seniores, la raffa era protagonista anche su un altro palcoscenico, stavolta internazionale. L’occasione, un quadrangolare europeo a squadre per rappresentative nazionali under 18 in terra tedesca, ad Augsburg. Invitate al torneo Italia, Ungheria, Svizzera e ovviamente la Germania. A difendere i nostri colori, guidati dal CT Rodolfo Rosi, Niko Bassi, Tommaso Gusmeroli e Stefano Bonizzi. Il primo, toscano, è uno dei giovani più vincenti del 2015, i secondi, lombardi, sono i campioni nazionali in carica di coppia. Da loro ci si aspettava una prova di maturità e gli azzurrini hanno risposto alla grande, facendo loro la competizione. Tutto facile dunque? Fino a un certo punto. Al primo turno ci toccano i padroni di casa: 3 a 0 per i nostri. Al secondo l’Ungheria, stesso punteggio. Ma il bello deve ancora venire. Come sempre infatti, gli amici-nemici ed eterni rivali della Svizzera realizzano lo stesso cammino. Di fatto dunque, la partita con i rossocrociati diventa una vera e propria finale. L’incontro non parte nel migliore dei modi per i nostri e la terna svizzera vince in virtù di un inizio di gara un po’ troppo alterno. Nella coppia e nell’individuale però, gli azzurri si ricompattano e trovano la giusta concentrazione per spazzare via spettri e timori, ribaltando completamente la situazione. 2 a 1 finale ed esame caratteriale superato a pieni voti. La crescita prosegue. Avanti così.

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