Pantani, mamma Tonina non molla: "Marco è stato ucciso"

Lo ripete da 15 anni e non si è mai stancata di farlo: "Troppe domande senza risposta"
Pantani, mamma Tonina non molla: "Marco è stato ucciso"

Non serve la parola di uno spacciatore a dare forza alla voce a Tonina Pantani. Quella tesi, “Marco è stato ucciso” lei la ripete da 15 anni e non si è mai stancata di farlo, anche quando sarebbe stato più facile mettersi il cuore e l’anima in pace. «Lo farò solo quando risponderanno a tutte le domande, troppe, rimaste ancora senza risposta» assicura mamma Tonina.

Lei non ha nessuna intenzione di mollare. Si aspetta ulteriori sviluppi dalle audizioni della commissione antimafia?
«Spero che la commissione parlamentare antimafia si spinga più in là di dove si è fermata la giustizia ordinaria».

Cioè?
«Quando mi dicono che non ci sono prove, io non ci sto, perché basta leggere gli atti di indagine e le documentazioni che abbiamo portato in questi anni per rendersi conto di quanti siano ancora adesso gli aspetti da chiarire».

Su quali punti, in particolare, vuole che si faccia chiarezza?
«Dai giubbotti lasciati a Milano e ricomparsi poi a Rimini alla chiave della macchina (che Marco non usava ormai da mesi e che si trovava a Verbania) in tasca: sono solo due esempi, ma le incongruenze rimaste senza una spiegazione sono decine. Quando risponderanno a tutti questi quesiti, potrò mettermi il cuore in pace. Non prima. Fino a quel momento io dirò sempre e lo ripeterò che Marco è stato ucciso».

Cosa pensa dell’intervista rilasciata dallo spacciatore Miradossa a “Le Iene”?
«In questi 15 anni non ha mai parlato. E adesso dice quello che io ho sempre ripetuto sin dal primo giorno, cioè che Marco è stato ucciso. Me l’hanno anche fatto incontrare ma,onestamente, io non so cosa dire di questa persona».

Dalla tv e dalle aule dei tribunali, alla vita quotidiana. Cosa resta di Marco?
«La memoria personale di mio figlio e quella collettiva di tutte le persone che lo amano e che vengono qui a Cesenatico ogni giorno dell’anno per ricordarlo».

Erano in oltre 1.100 il mese scorso alla Gran Fondo Pantani.
«Sì. Per la prima volta quest’anno l’abbiamo collocata il giorno dopo il Memorial Pantani, la gara dei professionisti. Un abbinamento che riproporremo anche nell’edizione del 2020».

Nel 2020, il 13 gennaio, Marco avrebbe compiuto 50 anni. Riesce a immaginare come avrebbe potuto essere?
«Se chiudo gli occhi, lo vedo con 3 o 4 figli, perché è sempre stato innamorato dei bambini e avrebbe costruito una famiglia. E poi sarebbe vissuto fuori dal mondo del ciclismo. Dopo tutto quello che gli hanno fatto, ne sarebbe rimasto lontano».

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