Da Copenaghen a Copenaghen: l'entusiasmo che fa crescere i nuovi Vingegaard

Scortato in volo da due jet del'aeronautica danese, il vincitore del Tour de France Jonas Vingegaard al rientro in patria è stato poi accolto da decine di migliaia di persone
Da Copenaghen a Copenaghen: l'entusiasmo che fa crescere i nuovi Vingegaard© EPA

TORINO -  Dalla partenza all'arrivo, dalle prime tappe al rientro in patria, Jonas Vingegaard non ha mai pedalato da solo. Da un lato il sostegno della Jumbo Visma, dall'altro quello di un intero Paese, la Danimarca, che trasforma il tifo individuale in entusiasmo collettivo.

Il rientro in patria è diventato una questione di Stato, con due jet dell'aeronautica danese che hanno affiancato in volo l'aereo privato che stava riportando a casa il vincitore del Tour de France.

Una volta atterrato l'accoglienza è stata ancora più calorosa e rumorosa, con decine di migliaia di persone che si sono radunate a Copenaghen per festeggiare Vingegaard, portato in trionfo a bordo di un'auto decapottabile.

In un Paese che ha un decimo della popolazione italiana (meno di sei milioni di abitanti contro quasi sessanta milioni) ci si emoziona a vedere un ragazzo di 25 anni vincere la più grande corsa ciclistica del mondo. “La bicicletta è il migliore amico dei danesi” dicono orgogliosi snocciolando le statistiche: 9 danesi su 10 posseggono (almeno) una bicicletta e, pedalando, percorrono in media 1,6 chilometri al giorno 365 giorni all'anno.

La vittoria di Vingegaard al Tour de France è l'occasione per svecchiare l'imbarazzante ricordo di quella datata 1996 di Bjarne Riis e dell'abbandono forzato di Michael Rasmussen nel 2007.

E con tanti giovani ciclisti ispirati ora da Jonas, c'è da credere che non bisognerà aspettare altri 26 anni per rivedere un danese in maglia gialla a Parigi.

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