Ciclismo, Paternoster: “Essere ai Mondiali su pista è la mia vittoria”

Il 13 agosto la rovinosa caduta e la corsa in ospedale, oggi è in Francia: “Due mesi fa clavicola fratturata e trauma cranico”
Ciclismo, Paternoster: “Essere ai Mondiali su pista è la mia vittoria”© EPA
Immobile sulla pista di Monaco di Baviera. In quegli attimi tutti coloro che stavano seguendo la gara dell’eliminazione hanno trattenuto il fiato per Letizia Paternoster: un incidente spaventoso, un groviglio di corpi e di telai con l’azzurra che era finita in terra, urtando il parquet in maniera violentissima a oltre 50 chilometri orari. 
Ritrovarla sorridente a Torino nel fine settimana, nella sede dell’IRR (Istituto delle Riabilitazioni Riba), poche ore prima della partenza per Parigi è stato incoraggiante per il futuro dell’azzurra. E ulteriori rassicurazioni potrebbero arrivare in questi giorni, oggi infatti nella capitale francese inizieranno i Mondiali dei pistard. "Non mi voglio porre troppe aspettative, ma se penso a come stavo due mesi fa (l’incidente risale al 13 agosto ndr), con un trauma cranico e la clavicola fratturata in quattro punti, mi sembra incredibile di poter disputare ora i Mondiali". 
Com’è stato il percorso per tornare in sella? 
"Ci ho messa tutta la mia determinazione. Due settimane dopo essere stata operata ho iniziato a pedalare sui rulli, tenendo il manubrio con una mano sola. E appena i medici mi hanno dato l’ok mi sono trasferita a Montichiari, per allenarmi in pista. Praticamente ho vissuto l'ultimo mese dentro il velodromo". 
Lì ha incrociato Filippo Ganna che rifiniva la preparazione per il record dell’ora. 
"Sì. Vedere Pippo lavorare per un obiettivo così grande mi ha dato ulteriori motivazioni". 
Da quest’anno in pista avete lo stesso ct per uomini e donne. Com’è cambiata la preparazione con Marco Villa? 

"Marco ci ha accolto sin dall'inizio molto bene. La preparazione? Già soltanto allenarsi assieme ai ragazzi per noi ragazze è un bello stimolo, soprattutto quando ci prepariamo alla madison pedalando a coppie miste. E poi atleti come lo stesso Pippo, Scartezzini, Bertazzo e Lamon hanno tanta esperienza da trasmetterci".  

Quando è caduta a Monaco indossava la maglia di campionessa mondiale dell’eliminazione eppure in molti sono convinti che Letizia Paternoster sia un talento che rischia di perdersi. Cosa risponde? 
"Lavoro per dimostrare il contrario". 
Le pesano le tante aspettative che ci sono su di lei? 
"No. Forse sono stata io stessa a mettermene troppe. Del resto la prima stagione con la Trek Segafredo era andata subito molto bene, con il terzo posto alla Gand-Wevelgem (nel 2019 ndr)".
 
Dopo tre stagioni senza vittorie su strada, ha deciso di passare alla BikeExchange. Cosa si aspetta da questo cambiamento? 
"Di voltare pagina. L’esperienza alla Trek è stata importante, ma è una squadra così piena di campionesse che a volte è difficile trovare spazio per gareggiare. Alla BikeExchange sono convinta di poter trovare la dimensione giusta". 
Si è posta un traguardo in particolare? 

"Quello che desidero, prima di tutto, è riuscire a vivere una stagione dall'inizio alla fine senza problemi. Poi se devo dire una gara in particolare, allora penso ancora alla Gand-Wevelgem: si addice molto alle mie caratteristiche e vincere lì in Belgio sarebbe meraviglioso". 

Il desiderio di tornare a vincere in strada come si concilia con l’impegno in pista? 
 
"I due obiettivi possono essere portati avanti insieme. Ci sono già riuscita in passato e gli esempi non mancano all’interno della formazione azzurra e anche nelle altre squadre". 
 
Ripartire da Parigi ha un significato speciale, pensando al prossimo appuntamento olimpico? 
"Il velodromo è lo stesso che ospiterà i Giochi tra meno di due anni. E ricominciare a girare proprio da lì per me è come una rinascita".

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