Ciclismo, Milano-Sanremo: l'Italia tifa Ganna, tutti dicono Pogacar

Lo sloveno (9 vittorie in 13 giorni): "Sto bene, avere gli occhi addosso può giocare a nostro vantaggio". Pippo punta allo sprint, come tanti
Ciclismo, Milano-Sanremo: l'Italia tifa Ganna, tutti dicono Pogacar

La Milano-Sanremo è libertà. Libertà di sognare, di osare, di sfidare il destino. È nel suo dna. D'altronde, quando soffri e pedali in salita con il mare sotto ai piedi capisci subito che c'è qualcosa di speciale. Libertà significa anche contraddizione, la faccia che non t'aspetti della moneta. È la classica più lunga, ma anche la più breve nella sua fase più calda. L'hanno vinta le leggende, ma pure i carneadi. Si può trionfare in volata, ma puoi sempre fare la differenza in salita. Anzi, su più salite. Oppure in discesa, come ha dimostrato Matej Mohoric un anno fa. Per ogni Milano-Sanremo ne esistono altre migliaia plausibili, come un cocktail impossibile da replicare.

La stagione di Pogacar e l'ultima di Sagan

Tenendo conto di queste premesse è davvero curioso pensare che per il secondo anno consecutivo tutti gli occhi saranno puntati sullo stesso atleta. Tadej Pogacar sta vivendo una stagione sensazionale. Non che le precedenti non lo fossero, sia chiaro, ma stavolta è partito forte, fortissimo. Somma 9 vittorie in soli 13 giorni di gara, dando spettacolo in ogni tipo di scenario. È proprio quello che richiede la Milano-Sanremo: gamba, possibilità di adattarsi a più scenari, capacità di competizione su più fronti. Non sempre basta: quella di oggi sarà la 13ª ed ultima Classicissima di Peter Sagan, re della classe e dell'imprevedibilità in gruppo per quasi un'intera generazione. Il tre volte campione del mondo non l'ha mai vinta, sfiorandola più volte. Ma nella corsa che abbraccia mille possibilità, Pogacar è uno dei pochissimi atleti capaci di fare altrettanto. Fame e spensieratezza danno profondità al suo talento e il senso di libertà che sprigiona combacia perfettamente con quello della classica di primavera per eccellenza. «Sto bene, ho recuperato dalla Parigi-Nizza e mi sento fresco - le parole dello sloveno -. Sono curioso di vedere che piega prenderà la gara, ma sicuramente sarà una giornata dura. Se ho tutti gli occhi addosso? Magari può giocare a nostro vantaggio»

Dietro Pogacar

La sua Uae Emirates non avrà Davide Formolo, fermato da problemi fisici: una defezione non di poco conto, ripensando al ritmo imposto in salita dall'azzurro giusto un anno fa. Dietro Pogacar, però, c'è un mondo intero. Quello che nel 2022 fa riuscì a chiudere ogni suo attacco, relegandolo al quinto posto. «Non devi per forza essere il migliore per vincere la Sanremo» ha ricordato Van der Poel alla vigilia. Lui e Wout Van Aertpeggior allenamento dell'anno, felice di essere tutto intero» il suo sibillino messaggio su Strava dopo il test di vigilia in Brianza) vengono da una Tirreno-Adriatico corsa nell'ombra, ma hanno entrambi la stessa cifra - o quasi - del grande favorito. Julian Alaphilippe sta tornando pian piano nella sua versione migliore: dovesse mettere di nuovo i panni di Imola e Lovanio ci sarà anche lui a giocarsi la vittoria. L’Italia unita tifa Filippo Ganna, ripensando all’esito della Classicissima vinta da Cancellara nel 2008, e spera pure nel ritrovato Bettiol, lui che una Monumento l’ha già conquistata. Infi nita la lista di velocisti solidi e capaci - sulla carta - di scollinare il Poggio insieme ai migliori: Philipsen, Pedersen, Laporte, Ewan, De Lie, Demare, Cort e Trentin, solo per nominarne alcuni. C’è chi sogna una storica prima volta africana con Girmay, chi un clamoroso bis come Mohoric, Stuyven, Cavendish e Degenkolb (in ordine decrescente di probabilità). Sono solo alcune delle mille strade che portano sul traguardo di via Roma.

 

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