Ciclismo, Van Der Poel: un uomo chiamato Monumento

L’olandese trionfa anche alla Roubaix Van Aert a secco. La doppietta Sanremo-Roubaix era riuscita solo altre tre volte nella storia. Cassani promuove Ganna: "Un giorno la vincerà"
Ciclismo, Van Der Poel: un uomo chiamato Monumento© /Agenzia Aldo Liverani Sas

Maledetta primavera, tra pavé e cotes è quasi tempo di bilanci. Primavera maledetta perché te ne stai già andando, travolta da campioni e gare da ricordare e che ricorderemo: nel giro di otto giorni, Fiandre e Roubaix hanno mandato in archivio le edizioni più veloci di sempre (46,841 km/h per l'Inferno del Nord). L'ultima impresa l'ha firmata Mathieu Van der Poel, l'uomo chiamato Monumento. A Roubaix l'olandese ha conquistato la sua quarta classica in carriera, volando sulle pietre del Carrefour de l'Arbre, mentre Degenkolb cadeva e Van Aert forava. La doppietta con la Sanremo era riuscita solo altre tre volte nella storia, un dato che svela tutto lo spessore delle gesta del figlio e nipote d'arte. Vincitore di stagione è pure Tadej Pogacar, che dopo il Fiandre tornerà in azione nel weekend all'Amstel Gold Race e con l'obiettivo di dare filo da torcere al campione del mondo Evenepoel tra meno di due settimane a Liegi. Per lui la Roubaix può diventare il prossimo desiderio, neppure troppo proibito: se ne riparlerà dal 2024. Resta a bocca asciutta Wout Van Aert: terzo a Sanremo, quarto ad Oudenaarde al Fiandre e ancora sul terzo gradino del podio al velodromo Andrè Pietreux di Roubaix.

Van Aert e Van Der Poel

Risultati che testimoniano il valore dell'atleta, che chiude però una prima parte di stagione da costante favorito con un solo successo (l'E3 Saxo Classic). Protagonista di una rivalità epocale con Van der Poel, il belga non riesce a lasciarselo alle spalle nei grandi appuntamenti. Che sia un problema anche di gestione della pressione? «Non è finita qua» ha promesso via social il giorno dopo la Roubaix. Certo, la sfortuna ha recitato un ruolo da protagonista: la foratura all'uscita del tratto di pavè del Carrefour de l'Arbre è il più iconico e banale degli interventi indesiderati del fato in una corsa ciclistica. E pure la Jumbo-Visma, squadrone costruito per supportare Van Aert in primavera e Vingegaard al Tour, si è rivelata forse un po' troppo friabile.

L'impronta di Ganna

Ha lasciato la sua impronta Filippo Ganna: dopo il secondo posto alla Sanremo, il sesto alla Roubaix ha confermato che quando il piemontese si pone un obiettivo fa di tutto per riuscire a raggiungerlo. Domenica ha corso all'attacco insieme ai migliori, risultando talvolta in apnea nelle curve e leggermente in ritardo nei cambi di ritmo dettati dai vari attacchi. «Come ho sempre pensato, credo proprio che lui questa corsa la vincerà: ha dimostrato che sul pavé ci sa andare - il pensiero dell'ex ct azzurro Davide Cassani -. Sono certo abbia margini di miglioramento, perché correre da leader non lo spaventa e anzi lo migliora». Adesso inizia la preparazione per il Giro, con l'obiettivo della prima maglia rosa nella crono a Fossacesia Marina. Addio da dimenticare alle grandi classiche per Peter Sagan: il tre volte campione del mondo ha concluso fi n troppo presto la sua Roubaix dopo una caduta e una conseguente commozione cerebrale.

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