Ciclismo, Fortunato: "Le salite sono la mia chance”

Il capitano della Eolo Kometa: "Mi sento bene e sono migliorato. Il mio obiettivo è andare forte in montagna dalla 2ª settimana”
Ciclismo, Fortunato: "Le salite sono la mia chance”© /Agenzia Aldo Liverani Sas

La strada verso il Giro è lunga e tortuosa. Quella intrapresa da Lorenzo Fortunato è fatta soprattutto di salite. Adesso che l'attesa è quasi terminata, guardarsi dentro è il punto di partenza per non avere rimpianti alle porte di Roma. La vittoria dello scalatore bolognese alla Vuelta Asturias di domanica è la benzina ideale per tornare ad essere protagonista come sullo Zoncolan nel 2021. Avrà i gradi di capitano della sua Eolo-Kometa e punta a prendersi un posto alle spalle dei grandi favoriti, Roglic e Evenepoel su tutti.

Fortunato, come sta?

«Mi sento bene, sono in condizione. Mi sono alternato per mesi tra gare, settimane di ritiro sul Teide e qualche giorno di riposo a casa. A livello di preparazione non ho cambiato molto rispetto agli anni scorsi, fortunatamente tutto è filato liscio».

Al Giro di un anno fa le mancò l'acuto.

«Ho continuato a lavorare come sapevo, sono cresciuto. Anche come squadra siamo cresciuti, ci conosciamo meglio e c'è affiatamento. I risultati sono una con seguenza, penso anche al buon avvicinamento alla corsa di Albanese».

Tecnicamente su cosa pensa di essere migliorato?

«In salita. Punto tutto su quello. Ho tralasciato pure un po' la cronometro, su cui avevo investito abbastanza la scorsa stagione. Non ho altro obiettivo che provare ad andare forte in salita».

Al Giro attenzione concentrata sulle tappe o sulla classifica generale?

«L'obiettivo sono le tappe, chiaramente quelle di montagna della terza settimana. La classifica non è una priorità al momento, poi vedremo man mano che si andrà avanti nella corsa».

Ha studiato il percorso? C'è qualche tappa in particolare che potrebbe adattarsi alle sue caratteristiche?

«Mi piace come sono state pensate la seconda e la terza settimana, ci saranno giornate dure su salite iconiche. I primi giorni saranno nervosi e magari soffrirò, tra pianura e tappe anche fastidiose: dovrò cercare di arrivare indenne alla seconda settimana».

Una vittoria di tappa significherebbe centrare il bis dopo l'assolo vincente sullo Zoncolan al Giro del 2021. Quel successo è diventato un peso?

«Mi dà sempre un forte stimolo. Non lo vivo come un peso, sono contento per quello che ha rappresentato per me. Cercherò di fare tutto ciò che posso per ottenere di nuovo un risultato pesante come quello».

È un ciclismo che lascia pochi spazi a chi non riesce a seguire gli Evenepoel di turno.

«Da Roglic a Pogacar ho già incrociato quasi tutti i più forti del momento, mi manca solo Remco ma lo troverò presto! Quando ci sono loro al via tutto diventa più difficile. Credo vadano anticipati per giocarsela, ma è davvero complicato. Pogacar è quello che mi ha impressionato più di tutti: in Andalusia vinceva dove e come voleva, in qualunque condizione».

Roglic ed Evenepoel rischiano di monopolizzare il Giro? Può diventare problematico anche solo entrare in fuga.

«Potrebbe diventare un problema, ma molto dipenderà dall'atteggiamneto delle squadre. Proverò però a restare con i migliori, sento di avere le gambe giuste. Magari non per stare con loro due, ma nel gruppo subito dietro. Mi piacciono le salite affrontate con ritmo stabile ma sostenuto, vedremo tappa per tappa».

L'ombra di Nibali e le aspettative del pubblico italiano sono più lontane?

«È giusto che le aspettative ci siano. I giovani forti non mancano ma personalmente ritengo che l’assenza di grandi squadre World Tour italiane, come in passato, sia una grossa lacuna».

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