Pogacar, vittoria show: per il fenomeno passerella a Roma

Tadej stacca tutti e porta a sei il bottino di successi nella corsa rosa. "C'era talmente tanto frastuono che non sentivamo i consigli della radio"
Pogacar, vittoria show: per il fenomeno passerella a Roma© LAPRESSE

Più rosa di così non si può. Il fenomenale Tadej Pogacar ha mantenuto la promessa fatta a tifosi: si è aggiudicato la Alpago-Bassano del Grappa di 184 chilometri, penultima tappa del Giro d’Italia, con 3.200 metri di dislivello negli ultimi 100. Lo sloveno della Uae Emirates ha firmato il 6° successo di tappa di questo Giro benché non fosse necessario. Era maglia rosa inattaccabile, non serviva l’impresa, eppure fedele alla sua indole ha conferito alla tappa con doppia scalata a Monte Grappa e Pianaro prestigio da classica-monumento. Tadej ha varcato l’arrivo con 2’07” su Valetin Paret Peintre e i migliori, compreso il brillante Antonio Tiberi che chiude il Giro 5° nella generale e 1° dei giovani. Nella ventesima tappa Pogacar ha giocato al gatto col topo. Al primo assalto del Grappa ha lasciato sfogare Pellizzari, Tonelli e Sanchez. L’intrepido Pellizzari ha affrontato solo al comando il tratto nevralgico della seconda scalata, però Tadej lo ha ripreso e staccato a 5 chilometri dalla vetta. Naturalmente l’accelerata di Tadej ha sgretolato il drappello dei migliori creando difficoltà soprattutto a Geraint Thomas e O’Connor. Pogacar è volato all’arrivo e Pellizzari è stato ripreso da Paret Peintre e altri vip.

Il Monte Grappa era uno stadio con 100.000 spettatori: «Il frastuono – rivela Pogacar – impediva a noi corridori della Uae di sentire i consigli via radio. Sono scattato per riprendere Pellizzari a 6 chilometri dalla vetta del Grappa dopo che ho parlato con Majka e gli altri, l’input non è arrivato dai direttori sportivi». Per l’uomo solo al comando pedalare in salita nel corridoio stretto e pericoloso creato dalla folla è stato difficile: certi attestati di simpatia come spinte e corsa parallela all’atleta diventano pericolosi. «Un tifoso col fumogeno rosa mi ha scottato la mano. Sono cose da non fare», puntualizza il Fenomeno. Pogacar agli avversari non fa regali tuttavia ha un cuore d’oro. Sulla ripida rampa di Pianaro mentre già vantava 2 minuti su Martinez, Tiberi, Rubio e Pellizzari un bambino gli ha chiesto la borraccia. Lui l’ha accontentato. Tadej negli ultimi chilometri ha aumentato il vantaggio malgrado frequenti sorrisi e gesti di saluto ai tifosi. Merckx, Hinault, Indurain e Contador cose simili non le hanno mai fatte neppure nelle giornate più magiche. Tadej vince il Giro con 9’56” su Daniel Martinez e riscrive la storia. Per trovare un vantaggio maggiore sul 2° bisogna risalire al Giro 1965 vinto da Adorni con 11’26”su Zilioli. «In questo Giro non ho avuto sempre vita facile come molti pensano: ad esempio dopo la tappa di Napoli ho avuto problemi di allergia». Ieri Geraint Thomas ha compiuto 38 anni. Anziché brindare ha dovuto pensare a riprendere Rubio, Martinez e Tiberi, naturalmente mentre Pogacar era già irraggiungibile. Se Thomas e O’Connor non avessero ripreso Tiberi, l’italiano probabilmente sarebbe salito sul podio finale. Non si è verificato, Geraint ha recuperato sul Pianaro.

Oggi Thomas vicino al Colosseo salirà sul 3° gradino del podio finale. Non accadeva dal Giro 1928 di avere un corridore di 38 anni sul podio. L’ultima tappa-passerella (125 km) a Roma è per velocisti, con partenza alle 15.30 dall’Eur e arrivo in via San Gregorio. Nel finale verrà ripetuto 8 volte un circuito di 9,5 chilometri. Jonathan Milan e Tim Merlier vogliono vincerla. Pogacar prova a spaventarli: «La mia Uae Emirates aiuterà Juan Molano a vincere». A differenza dell’anno scorso, alla grande premiazione finale mancherà Sergio Mattarella, presidente della Repubblica. Peccato, Tadej (altresì vincitore del Gran Premio della Montagna) avrebbe strameritato la sua presenza.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...